Web, relazione tra “saggezza digitale” e pensiero argomentativo

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Gianfranco Scialpi – “La saggezza digitale” espressione coniata da M. Prensky, non cerca l’uniformità, ma la difformità.  Seleziona ambienti e gruppi che possano integrare le sue convinzioni. La funzione della parola e del pensiero argomentativo nel Web.

La “bolla virtuale” porta all’uniformità

“La saggezza digitale” (M. Prensky, 2009) è un obiettivo ambizioso. E’ una sfida verso coloro che ritengono che Internet ci rende stupidi (N. Carr, 2010) o favorisce la demenza digitale ( M.Spitzer, 2013). In parte queste critiche hanno un fondamento. Dipende dall’approccio che abbiamo con le informazioni. Se queste scorrono davanti a noi privi di collegamento e quindi inadatte a creare  reti concettuali e semantiche, necessarie per  la nostra identità, allora non ha senso entrare nel Web.
” La mente aumentata” (M.Prensky) rischia di rimanere una bella espressione, se non favorisce e moltiplica la nostra capacità di argomentare.
Il Web non favorisce il confronto e ci illude.
Partiamo dalla seconda. Chi frequenta il Web è governato da algoritmi che lavorando sulla nostra attività (like, post letti e i commentati…) costruisce un nostro profilo che lo fa incontrare con altri simili. Quindi quello che leggiamo ad esempio sulla nostra pagina Facebook o di altri social media presenta “il nostro universo”, costituito da interessi, e tendenze. In sintesi, viviamo in una “bolla virtuale” dove regna l’uniformità.

Le caratteristiche della “bolla virtuale”

Ci illudiamo di “abbracciare” tutto il Web, ma in realtà navighiamo in una dimensione molto piccola, rispetto all’immensità del Web. E qui considero, non solo quello indicizzato, ma anche quel 90% di DeepWeb che è altro rispetto a quello ipoteticamente conosciuto da noi.
In questa nostra “bolla virtuale”, per via del tam-tam ci aggreghiamo in gruppi e comunità  molto prossimi al nostro sistema valoriale, culturale, emozionale ed affettivo… In questi contesti non esiste la prospettiva sfumata, ma ogni informazione esterna è valutata in base al vero/sbagliato, favorevole/sfavorevole. Spesso queste esternazioni sono regolate da commenti sarcastici, offese. È quasi assente la profondità offerta dall’argomentazione. Quando questa è presente riceve pochi “I like” e ancor meno commenti.

“La saggezza digitale” oltre il Web 2.0

Scrive M Prensky “Nel futuro, grazie alla tecnologia, i cercatori di saggezza beneficeranno di un accesso istantaneo e prima inimmaginabile a discussioni planetarie, a tutta la storia, a tutto quanto è stato scritto, a enormi archivi di casi e di dati, a simulazioni di esperienze molto realistiche equivalenti ad anni o anche secoli di esperienza reale. Come e quanto essi faranno uso di tali risorse, come le filtreranno alla ricerca di ciò di cui avranno bisogno, e come la tecnologia li aiuterà, avranno un ruolo molto importante nel determinare la saggezza delle loro valutazioni e delle loro decisioni. La sola tecnologia non sostituirà l’intuizione, una buona capacità di giudizio, la capacità di risolvere problemi ed una bussola morale chiara.”

La centralità della “parola argomentata”

È necessario prepararsi a questa nuova prospettiva, ipotizzata da M. Prensky, cercando e selezionando gruppi di discussione, siti, blog… difformi rispetto al nostro “modus pensandi”. L’intento, però non è quello di divenire un troll che si rapporta in un gruppo con messaggi irritanti, provocatori o fuori tema tali da suscitare le reazioni “sopra le righe” degli interlocutori. L’obiettivo deve rimanere “la mente aumentata”, che si declinerà nella ricerca della difformità culturale, filtrandola e comparandola con altri punti di vista. In questo processo complesso egli potrà “moltiplicare la propria umanità”, utilizzando la profondità del pensiero argomentativo aperto a continui sviluppi e integrazioni. E’ una sfida interessante, perché quasi sempre l’approccio si svilupperà solo con la parola che non avrà il supporto di quei meta-messaggi veicolati dal corpo presenti nelle relazioni offline. Una parola che nel Web diventa immortale e importante per la reputazione dell’autore e quindi per la costruzione della propria identità digitale.

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