Occorre infatti una legge che comporti delle sanzioni che siano da esempio educativo. È necessaria una norma che tuteli il libero esercizio dell’insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno, una legge atta a prevenire episodi che si aggiungono alla non facile situazione del comparto scuola, maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale e, pertanto, ridimensionato nel ruolo sia sociale che professionale.
In siffatta difficile situazione gli episodi di violenza trovano la loro radice. Ormai il docente appare come figura sbiadita, privata, anche a causa delle recenti riforme, del suo nobile ruolo; di contro i discenti non hanno spesso un retroterra educativo adatto a introitare il concerto basilare, in qualsiasi situazione associata e di convivenza civile, del rispetto nei confronti dei pari, degli adulti, degli insegnanti, dell’altro.
Anche i casi di insegnanti che non denunciano la violenza subita ci pare indicativo di una situazione complessa e delicata, in un clima di scuola azienda in cui il disagio e qualsiasi situazione negativa va taciuta più che denunciata. Da ciò nasce la necessità di una tutela che venga dall’alto.
Ormai della petizione stanno parlando testate locali, nazionali, internazionali e specialistiche e siamo ormai giunti alle 80.000 firme, che aumentano giorno per giorno vertiginosamente, segno che il problema è molto sentito e ritenuto importante. Invitiamo a diffondere pertanto la petizione augurandoci che la voce dei firmatari venga ascoltata quanto prima