I viaggi-studio aumentano ‘intelligenza emotiva’, che può aiutare i giovani nel mondo del lavoro

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E’ stata presentata oggi a Roma la ricerca “L’esperienza scolastica all’estero e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva” commissionata da Youth For Understanding Italia e realizzata dalla Luiss Business School su di un campione di oltre 1500 studenti tra i 14 e i 18 anni.

Secondo la ricerca, le esperienze di studio all’estero possono aiutare i ragazzi a crescere, in particolare a sviluppare “l’intelligenza emotiva” nella quale “acquista valore il saper riconoscere le emozioni, utilizzarle nei processi di pensiero, gestire stati emotivi nella vita individuale e nei rapporti con gli altri, accrescere la consapevolezza di sé”.

“L’esperienza di studio all’estero – è detto in una nota – è il primo imprinting verso questo cambiamento soprattutto” perché, come sottolinea Sergio Astori psichiatra e psicoterapeuta che ha contribuito allo studio, “si tratta di un’opportunità di vita nella quale si mettono in gioco competenze socio-emotive legate al rileggersi dal di fuori in una condizione di sospensione temporanea del contatto con l’ambiente familiare, sociale e scolastico già noto”.

“Un’esperienza di studio all’estero pone i ragazzi di fronte la necessità di cambiare abitudini e rispondere a situazioni nuove e impreviste” ha sottolineato Sebastiano Angelico direttore nazionale di Yfu. “In queste occasioni la flessibilità aumenta, garantendo la possibilità di adattarsi a circostanze nuove, nuove modalità linguistiche, la convivenza con nuove persone appartenenti a cultura con valori e stili di vita diversi e talvolta distanti. Flessibilità che, in epoca moderna, può esser letta come tolleranza”.

“Viaggi-studio che, differenti per destinazione ed esperienze, comportano un diverso grado di indipendenza: i ragazzi che hanno vissuto l’esperienza in paesi culturalmente più vicini all’Italia – Europa, Usa, Canada – hanno mostrato un punteggio più alto nella capacità di essere autonomi, indipendenza che cresce ancor più nei ragazzi che hanno scelto di trascorrere l’esperienza all’interno di una famiglia piuttosto che in un college. Si tratta quindi di acquisire, insieme alla competenze razionali, quelle socio emotive: la fiducia in se stessi, l’adattamento al cambiamento, il tollerare lo stress. Esperienza che lega a doppio filo l’autoconsapevolezza alla capacità di essere ottimisti”, conclude la nota.

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