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Vi siete accorti che Cicerone è davvero morto?

Di Lalla
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Michela Tartaglia – Ti stramo – Chi lo vuole, lo facesse – Le vocali brevi sono come quelle lunghe solo che sono corte!- Se alla fine del Concilio dei cardinali la fumata è bianca, il papa è bianco, se la fumata è nera il papa è di colore.- I contadini europei dell’anno Mille avevano un’alimentazione a base di patate. (ndr: Le patate sono originarie del Sud America!)- Quando Pisolo rubò il fuoco agli dei? (ndr: Ma – non era stato Prometeo?)-

Michela Tartaglia – Ti stramo – Chi lo vuole, lo facesse – Le vocali brevi sono come quelle lunghe solo che sono corte!- Se alla fine del Concilio dei cardinali la fumata è bianca, il papa è bianco, se la fumata è nera il papa è di colore.- I contadini europei dell’anno Mille avevano un’alimentazione a base di patate. (ndr: Le patate sono originarie del Sud America!)- Quando Pisolo rubò il fuoco agli dei? (ndr: Ma – non era stato Prometeo?)-

L’uvetta si chiama uva passera.- Appartengo a una famiglia adagiata- Vado dritto e mi trovo in Piazza D’Uomo- Questo proprio non sà da dire- All’ora, che dicevi?- Daccordo- Che c’azzecca! (d’u know?, sic Di Pietro il Grande) – Lucrezia (B)Orgia – "Leopardi era gobbo, quindi hanno dovuto fargli la bara con la gobba, altrimenti non ci stava!" e il mitico Lorenzo”Sempre caro mi fu quest’erbo colle” – "E Orlando, furioso, sradica alberi..voleva inaugurare la Orlando’s autostrada"

E’ davvero un mini bouquet di strafalcioni di studenti, politici, mezzi busti televisivi e anche qualche insegnante di belle (?!) speranze alle spalle.

Sono stata docente per tutta la vita e ho letto e corretto di tutto -triennio scientifico e classico- e gli strafalcioni grammaticali, sintattici e di contenuti c’erano, eccome, ma poi velocemente sono aumentati a ritmo esponenziale.

Quello che, però, lascia allibiti è un altro fenomeno: la lingua, che è niente di più, e neanche niente di meno, lo strumento con cui comunichiamo le idee elaborate dalla mente in relazione a tutti gli stimoli della realtà e delle emozioni e della fantasia, la lingua-dicevo-la nostra lingua italiana ha subito gli effetti di un’esplosione atomica. Cicerone è morto.

Si sapeva, si sa che è defunto da più di 2000 anni; ma la morte di Cicerone ora significa che è morto il periodare della lingua italiana, assolutamente strutturato sul periodare latino: proposizioni principali, coordinate, secondarie di vario grado, consecutio temporum rigorosa, congiuntivo da usare impeccabilmente, e il dolore di denti del periodo ipotetico di terzo tipo (non sono gli Incontri Ravvicinati, no). E i vocaboli, pochi, banali, per di più usati come viene viene, anche solo orecchiati o, se latino, pronunciati all’inglese.

La lingua rifletteva ordine e razionalità; causa ed effetto; prima e adesso e dopo; vicino, distante, lontanissimo: l’elaborazione e l’espressione e la comunicazione tra gli uomini di ambiente, comunità, società, storia, usi e costumi. Appunto, il Mondo, il contrario del Caos.

La globalizzazione, il balzo impensabile della tecnologia, i sistemi sempre più raffinati di comunicazione istantanea, la possibilità di raggiungere ogni punto del pianeta o volargli intorno non in 80 giorni, ma in una manciata di ore, hanno dato un colpo mortale alla percezione delle due entità apparentemente inscalfibili, il tempo e lo spazio.

Se a questo si aggiunge la scomparsa delle tappe canoniche della vita in società (studi, lavoro, famiglia, pensione) col blocco del passaggio del testimone dall’anziano al giovane; se la vita media si è allungata notevolmente; l’adolescenza non ha più limiti nella sua estensione di precarietà; se ai giovani è chiuso il futuro e ormai si sono adattati a vivere un eterno presente, bene, anzi male, malissimo!, come meravigliarsi e perché alzare geremiadi, se dal loro linguaggio è sparito il periodare ciceroniano?

Era inevitabile che fosse così, gravissimo è invece che si rimpallino la responsabilità famiglia, scuola e istituzioni.

Per chi non ha che il presente, è ovvio che “ieri andai a Roma” sia normale così come “domani vado a Roma”. Che senso avrebbero il passato prossimo, il futuro semplice o anteriore- e figurarsi il dubbio o l’ipotesi che reca il congiuntivo- quando per le giovani generazioni questi tempi e modi, semplicemente, non ci sono?

E se a queste conclusioni è giunta chi non ometteva di correggere neppure le virgole, allora la situazione dev’essere drammatica, e chi vi è preposto, indaghi seriamente e vi ponga rimedi.

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