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Decalogo per la lezione con lo smartphone. Oggi i risultati del gruppo di studio, segui la diretta

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A scuola non si può far finta che lo smartphone non esista, importante utilizzarlo per la didattica.

Stefano Bartezzaghi dalle pagine di LaRepubblica.it commenta quella che si appresta a diventare una vera e propria rivoluzione all’interno delle aule scolastiche: l’utilizzo di dispositivi personali, accompagnati da metodologie didattiche innovative. Innovazioni di cui moltissimi docenti fanno già utilizzo nella propria pratica quotidiana, ma che adesso è stata studiata e tradotta in Linee guide da un gruppo scelto dal Ministero.

IL DECALOGO

IL DIBATTITO

“Quando si è cominciato a parlarne, nello scorso luglio, sembrava una delle solite boutade con cui ministri (e ministre) finiscono volentieri sui giornali estivi” osserva Bartezzaghi, docente di Semiotica e Teorie della creatività alla Iulm (Milano).

Nel dibattito sono intervenuti i protagonisti, cioè gli insegnanti e i Dirigenti Scolastici Innovazione non significa uso smartphone, ma metodi didattici innovativi. Lettera

ma anche numerosi studiosi. Lamberto Maffei, Neuroscienziato Smartphone. Maffei “lasciamolo a casa, andiamo a scuola più leggeri di peso e di mente e ritorniamo a parlare”

fino all’ultimo intervento della Fedeli . Smartphone. Fedeli: vietarne utilizzo per didattica significa chiudere gli occhi, lasciare i ragazzi da soli, senza educazione nell’uso degli strumenti

“Il punto è – conclude Bartezzaghi . che il telefonino non deve entrare in classe come fa già, cioè come il mazzo di figurine doppie o una qualsiasi altra coperta di Linus nascosta nella cartella. Se la scuola, come tutte le altre agenzie culturali (giornalismo compreso), ha perso autorevolezza, come si può pensare che la recuperi senza accogliere le tecnologie dell’informazione tra i propri strumenti e anche tra i propri argomenti?”

Di questo ci parla Italia Venturi, sempre su Repubblica “Si potranno usare per documentare, con video e foto, una gita, per tracciare percorsi col Gps durante una visita, per conoscere, grazie alle mappe, una città. Saranno utili per riassunti via twitter, per risolvere problemi matematici a colpi di touch: invece di alzare la mano, si preme il tasto sullo schermo dal banco. Potrà anche capitare nel bel mezzo di una lezione di sentirsi dire dal prof: “Prendete il cellulare, accendetelo, andate su Minecraft (il videogioco per costruire mondi, ndr): ora realizziamo insieme un museo e una biblioteca».

Valeria Fedeli precisa: «La proibizione all’uso personale dei cellulari a scuola rimane, stiamo regolando il loro uso didattico, sotto il controllo del docente».

LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI

Ma soprattutto “Come verranno preparati i docenti a tenere lezione anche sul telefonino (come argomento) e con il telefonino (come strumento)?”

“Sarà importante dare ai docenti una formazione adeguata, chiamare in causa anche università e case editrici  – spiega il Ministro – La scuola deve diventare anticorpo della società nei confronti di verità confuse, dibattiti superficiali, fake news, informazioni prive di fondamento scientifico».

REGOLAMENTO E CONSIGLI DI CLASSE

Le scuole dovranno adottare un regolamento condiviso  che dica chiaramente cosa si può fare e cosa rimane proibito, quando accenderli, come evitare i furti, come non discriminare chi non ce l’ha o non scatenare la corsa all’ultimo modello. Il tutto coinvolgendo i consigli di classe e, soprattutto, spiegando bene agli studenti e alle famiglie regole e motivazioni.

PER TUTTI GLI ORDINI DI SCUOLA

Il documento si rivolge a tutti gli ordini di scuola. In particolare alla secondaria ma anche alla primaria si potrà chiedere di portare un tablet da casa  e di condividerlo coi compagni per imparare grazie a piattaforme digitali dedicate.

Futura. Uso smartphone per didattica: oggi Fedeli presenta risultati del gruppo di lavoro. Segui l’evento in streaming sulla pagina Facebook del MIUR e sul sito  www.miur.gov.it

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