Veneto, 820 docenti da licenziare e sostituire con nuovi supplenti

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Ci sono alunni, in Veneto, che in meno di 3 mesi cambieranno per 3 volte l’insegnante per la stessa disciplina, ecco i motivi.

Nelle scuole venete di secondo grado da inizio anno alcuni docenti sono stati già cambiati 2 o 3 e ci sono ancora dei cambiamenti in arrivo. Da settembre ad oggi, infatti, 820 docenti sono stati inseriti nella graduatorie e nelle scuole prendendo il posto di altrettanti supplenti.

In poche parole a settembre le scuole hanno nominato supplenti fino all’avente diritto, ma molti hanno rinunciato per attendere una migliore collocazione, per cui le nomine sono avvenute da domande di messa a disposizione. Poi l’inserimento nelle GaE di 820 docenti che avevano ottenuto istanza cautelare dal giudice e le nuove nomine, mentre ai supplenti fino ad avente diritto veniva interrotto il contratto.

Ma la doccia fredda è arrivata con le sentenze del 20 ottobre, che ha negato l’inserimento in GaE degli abilitati TFA e PAS. Di conseguenza gli 820 docenti potrebbero rischiare la risoluzione del contratto, a favore di nuove nomine.

Ma a questo punto i veri aventi diritto potrebbero non essere più gli stessi docenti che avevano avuto il contratto a settembre.

Ed ecco come gli studenti, in meno di due mesi, potrebbero aver conosciuto tre insegnanti per la stessa disciplina.

A darne notizia il Corriere del Veneto.




A spiegare quanto successo in questi mesi è il direttore dell’USR del Veneto, Daniela Beltrame: le scuole si sono trovate a dover assumere i supplenti in via provvisoria mentre i ricorsi arrivavano. Molti supplenti hanno, però, rinunciato alla chiamata perché non interessati ad una nomina provvisoria e gli istituti si sono trovati costretti a nominare supplenti fuori graduatoria.

L’errore, però, non è dell’USR ma a monte poiché a mancare non sono solo i docenti ma anche i presidi. Solo nella regione Veneto ne mancano 168 a cui vanno aggiunti altri 40 che dal prossimo anno accederanno alla pensione.

Il ministro Giannini, in risposta a queste necessità, ha annunciato che saranno selezionati 285 nuovi presidi in tutta Italia, pochissimi se paragonati alle reali esigenze delle regioni.

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