Valutazione stress docenti, solo 1% istituti segue norma

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TMNews – Fare il docente, soprattutto in Italia, è una delle professioni più inclini al logoramento psicologico, eppure i dirigenti scolastici risultano tra i responsabili d”azienda’ più in ritardo sulla valutazione dei rischi da stress da lavoro-correlato, da attuare sul personale, che in base al testo unico sulla sicurezza (l’art. 28, comma 1, del D.lgs n. 81/2008) si sarebbe dovuta predisporre entro domani: secondo Vittorio Lodolo D’Oria, uno dei massimi esperti italiani di burnout”delle 10.400 scuole italiane solo 140 scuole su si sono fatte vive per sapere come fare a realizzare questionari o interviste a docenti e personale Ata”.

TMNews – Fare il docente, soprattutto in Italia, è una delle professioni più inclini al logoramento psicologico, eppure i dirigenti scolastici risultano tra i responsabili d”azienda’ più in ritardo sulla valutazione dei rischi da stress da lavoro-correlato, da attuare sul personale, che in base al testo unico sulla sicurezza (l’art. 28, comma 1, del D.lgs n. 81/2008) si sarebbe dovuta predisporre entro domani: secondo Vittorio Lodolo D’Oria, uno dei massimi esperti italiani di burnout”delle 10.400 scuole italiane solo 140 scuole su si sono fatte vive per sapere come fare a realizzare questionari o interviste a docenti e personale Ata”.

Eppure una recente circolare della Commissione consultiva per la salute e sicurezza sul lavoro, pubblicata il 18 novembre scorso, ha fornito tutte le delucidazioni sulle modalità della valutazione di eventuali motivi lavorativi causa di potenziali danni alla salute e sul ruolo centrale che avrebbero dovuto avere i responsabili della sicurezza presenti in ogni luogo di lavoro. Ad iniziare dalle scuole, dove secondo delle stime attendibili sarebbero in servizio almeno 10mila docenti psicotici e 100mila con problemi psicologici minori che, per burocrazia ed inerzia, quasi sempre rimangono dove sono, dietro la cattedra, o al massimo, nei casi manifesti, possono essere trasferiti d’ufficio per incompatibilità ambientale.

La valutazione preliminare che i dirigenti avrebbero dovuto avviare con il nuovo anno consiste principalmente nella rilevazione di tre ambiti: situazioni ricorrenti, come sanzioni eccessive da parte del datore di lavoro o troppe assenze per malattia; ambienti inadeguati e ritmi di lavoro stressanti; ruoli inadeguati.

“La verità – sostiene Lodolo D’Oria, che è anche ideatore e responsabile dello sportello informatico per gli insegnanti in crisi – è che siamo all’anno zero. La circolare della commissione di esperti ha solo ribadito che si deve far qualcosa: ma cosa? A partire da sabato tutti saranno in difetto: perciò tutti assolti?”.

Eppure è comprovato che lo stress derivante dall’insegnamento è alla base di diverse patologie, a volte anche della morte: le statistiche ci dicono in prevalenza per suicidi in Francia, di problemi psicologici in Italia, ma anche in Germania, in Giappone e molti altri paesi. Il problema dello stress legato a determinate professioni è sovranazionale: “di recente – sottolinea il medico esperto di questo genere di problematiche – è comparso studio californiano in cui il tumore al seno ha più’ elevata prevalenza nelle docenti, molto probabilmente proprio a causa di una maggiore predisposizione alla depressione”.

“Ad oggi – continua Lodolo D’Oria – solo 140 scuole su 10400 si sono fatte vive per sapere come comportarsi. Come se non bastasse, il ministro Gelmini non ha risposto a un’interrogazione dell’11 dicembre scorso a firma dell’on. Daniela Sbrollini (Pd). Presto ne sarà presentata un’altra da un rappresentante di Futuro e Libertà. C’è poi da capire un altro mistero: in tutto questo – conclude il medico – dove sono finiti i sindacati?”

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