Valutazione, nell’ordinanza non abbiamo trovato quello che ci aspettavamo. Lettera

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Egr. Onorevole Ministro Azzolina Finalmente ci siamo! La scuola ha ricevuto, all’alba del 19 Maggio, l’ordinanza concernente la
valutazione finale degli alunni per l’anno 2019/2020.

Abbiamo atteso così tanto questo documento, ma i contenuti ci hanno
lasciato sconcerto e delusione.

Sì, Sig. Ministro, a partire già dal ” titolo”!

Nella nostra carriera di insegnante non ci siamo mai trovate a valutare gli
alunni, bensì gli apprendimenti e i processi che ciascun alunno ha attivato per raggiungere i traguardi! Vorrà dire che abbiamo sempre sbagliato!

Nonostante le sue direttive, però, anche quest’anno continueremo a valutare apprendimenti e processi, perché non è proprio nella natura di un insegnante serio valutare l’alunno!

Lei è a conoscenza della risposta che la scuola si aspettava in merito alla
valutazione di questo tremendo periodo, ma non sembra lo abbia recepito.
Non solo, non ha voluto accogliere i consigli del CSPI, il quale proponeva la
valutazione attraverso la formulazione di un giudizio articolato, che avrebbe accolto il parere favorevole della scuola.

La motivazione di tale rigetto la troviamo scritta nero su bianco e gliela
riportiamo:
“ …mentre non appare congruo prevedere la valutazione attraverso un
giudizio articolato e non attraverso l’attribuzione del voto, in quanto si
compirebbe, sia pure pro tempore, una modifica ordinamentale non
giustificata né adeguatamente meditata. Il “giudizio articolato”, per essere
davvero fondato e condiviso, implicherebbe una attività di studio e confronto da parte degli organi collegiali che non potrebbe che richiedere tempi distesi, in ragione della necessità di individuare criteri, livelli, indicatori e descrittori per ciascuna delle discipline, di illustrarli compiutamente alle famiglie, nonché di predisporre eventuali traduzioni nelle lingue delle famiglie non italofone, al fine di garantire l’indispensabile trasparenza delle valutazioni stesse.”

Ci consenta alcune riflessioni.

Rifiuta il suggerimento del CSPI in quanto si attuerebbe una modifica non
giustificata dell’ordinamento; allora? Le pare che gli studenti e le studentesse, gli insegnanti e i genitori si sarebbero scandalizzati o opposti, dopo aver sperimentato per sessanta giorni la violazione dei diritti fondamentali della  libertà personale (sanciti dalla Costituzione), in nome di un bene più prezioso, la salute?

Veda lei Ministro, si dia una risposta.

Ma non finisce qui. La sua conoscenza del mondo della scuola stupisce tutti
quando afferma che un “giudizio articolato implicherebbe…..,ecc”
Ci chiediamo: ma lei è mai stata in una classe, ha mai insegnato, ha mai
progettato, ha mai valutato? Sappiamo che anche lei è un’insegnante!

Lei davvero pensa che, durante il momento dedicato alla valutazione finale
degli apprendimenti, gli insegnanti non ragionino con meditata adeguatezza sul cammino svolto da ogni studente, sulle loro potenzialità, sulle loro fragilità, sul percorso e sui traguardi raggiunti? E ancor peggio, crede davvero che di tutto questo le famiglie non siano state informate? Sa cos’e un’interclasse con i rappresentanti dei genitori, un’assemblea di classe, un PTOF?

Sa cosa crediamo, egregio Ministro? Crediamo che la sua idea di valutazione
sia di tipo sommativo, adeguata alla relazione educativa “ io insegno-tu
impari” e mi dimostri cosa hai imparato, nella speranza che l’imbuto si
riempia.

Ci ha chiesto di stare vicino agli studenti e l’avevamo già fatto, ci ha chiesto di rimodulare e lo abbiamo fatto, ci chiede di valutare in decimi, benissimo!

Forse lo faremo pure, ma ci deve credere: è demotivante non sentirsi mai
rappresentati dai ministri che ormai da anni si susseguono in un ruolo tanto
importante e che a volte sembra quasi non abbiano veramente a cuore la
scuola.

Ci dispiace anche dover scrivere queste parole, ma purtroppo questo è ciò
che i cambiamenti e le decisioni prese per la scuola pubblica negli ultimi
decenni ci hanno portato a pensare.

Ci consola il fatto che la scuola siamo noi insegnanti e non certo il ministro di turno, quegli insegnanti che ogni volta si rimboccano le maniche e salvano la situazione!

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