Vaccini, Andis: è caos, Dirigenti Scolastici pretendono chiarezza

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comunicato ANDIS –  L’Associazione Nazionale Dirigenti scolastici non condivide la soluzione indicata dal vicepremier Salvini per rinviare la scadenza del 10 marzo, fissata nel Decreto Milleproroghe 2018, quale termine ultimo per la regolarizzazione delle posizioni dei bambini non vaccinati.

La motivazione addotta dal Ministro dell’Interno – “evitiamo traumi ai più
piccoli” – in via di principio sarebbe condivisibile. I dirigenti scolastici
sono i primi a sostenere che adottare un provvedimento di esclusione
dalla frequenza potrebbe rappresentare per il bambino un inspiegabile
cambiamento della sua routine quotidiana e della sua percezione del
rapporto con i coetanei e le figure di riferimento. Ma nel contempo
sarebbe anche per i dirigenti scolastici una decisione dolorosa e lacerante,
in contrasto con i valori dell’accoglienza, dell’inclusione e del diritto allo
studio per tutti, da sempre orizzonte culturale e sfondo pedagogico della
scuola italiana.

Va ricordato che, secondo la legge attualmente in vigore, entro il prossimo
10 marzo i genitori dovrebbero esibire alle scuole la documentazione
comprovante l’avvenuta vaccinazione ovvero l’esonero o ancora il
differimento della stessa o, in ultima analisi, la presentazione della
formale richiesta di vaccinazione all’ASL di riferimento.

La decisione di alcuni genitori di non regolarizzare la posizione dei propri
figli entro la data prevista comporterà di fatto il determinarsi di una
situazione di conflittualità con le scuole, che sono comunque investite
della responsabilità di evitare il rischio di contagio per i bambini
immuno-depressi o non vaccinabili.

L’ANDIS protesta perché ancora una volta i dirigenti scolastici sono
lasciati soli a dirimere situazioni non disciplinate in modo chiaro e
coerente dalle norme, atteso che le famiglie hanno avuto tutto il tempo
per mettersi in regola.

Si auspica che il disegno di legge n. 770, all’esame della Commissione
Igiene e Sanità del Senato, possa quanto prima regolamentare con
chiarezza la materia dei vaccini e specificare in particolare:

– le fattispecie in cui scatta l’esclusione temporanea dalla frequenza
dell’alunno non vaccinato e l’autorità che è tenuta a disporre tale
allontanamento;
– le modalità per garantire la frequenza scolastica ai bambini
immuno-depressi o non vaccinabili senza che essi siano esposti al
rischio di contagio;
– le modalità di frequenza degli alunni non vaccinati della scuola
primaria per i quali sia stata già pagata la sanzione pecuniaria.

Fermo restando che lo Stato deve garantire a tutti i bambini, compresi i
non vaccinati, il diritto allo studio e la tutela della salute, va comunque
considerato che le attività della scuola dell’infanzia e primaria non
possono essere organizzate sempre in ambienti separati per evitare il
rischio di contagio agli immunodepressi: la scuola del I Ciclo è uno spazio
privilegiato di socializzazione, in cui i bambini si ritrovano spesso insieme
fuori dall’aula a svolgere attività laboratoriali e di gruppo, a giocare, a
pranzare in mensa. Le classi aperte, la costituzione di gruppi di alunni
provenienti da sezioni/classi diverse sono un’opportunità formativa
prima ancora che una misura organizzativa, che trae origine dalle migliori
concezioni pedagogiche ed esperienze educative degli ultimi quaranta
anni.

Non accettiamo l’ennesimo aggravio di responsabilità nei confronti dei
dirigenti scolastici, già fin troppo oberati da adempimenti burocratici di
ogni genere, che sottraggono tempo ed energie all’esercizio della
leadership per l’apprendimento, principale dimensione del profilo della
dirigenza scolastica.

L’ANDIS ribadisce la necessità che lo Stato stabilisca norme, procedure
e indicazioni chiare e univoche sulla delicata questione dei vaccini, che
ncora una volta torna a compromettere la serenità e il clima delle
scuole.

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