Vaccinazioni, il decreto tutela scuola, genitori, alunni. Lettera

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Mario Bocola – Finalmente si può porre la parola fine alla lunga diatriba sulle vaccinazioni perché il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto che rende obbligatorio effettuare un ciclo di vaccinazioni in età scolare, da 0 a 16 anni.

Entra in vigore un decreto a doppio taglio: da una parte impone ai dirigenti scolastici l’obbligo del controllo per le vaccinazioni ai fini dell’iscrizione degli alunni; dall’altra impone pesanti multe pecuniarie ai genitori che non ottemperano all’obbligo delle 12 vaccinazioni previste dal decreto per tutto il ciclo scolare.

L’obbligo della vaccinazione pone, dunque, al riparo sia la scuola che i genitori degli alunni, perché rende minimo il rischio di una epidemia di malattie esantematiche facilmente trasmissibili. La scuola, come luogo di incontro, di condivisione, di aggregazione deve essere messa al riparo da eventuali epidemie, perché gli alunni, soprattutto, in età infantile sono molto vulnerabili da attacchi di germi e batteri che scatenano focolai infettivi.

Di qui la decisione dell’emanazione di un decreto del Ministro della Salute, che giustifica l’obbligatorietà della vaccinazione per andare a scuola. Tutti gli alunni, di routine, sono sottoposti alla vaccinazione per altre malattie esantematiche, ma ora questi casi di morbillo stanno creando situazioni di allarme.

Dobbiamo stare attenti a proteggere i bambini che possono facilmente passarsi tra loro il focolaio infettivo per cui l’obbligatorietà della vaccinazione assume i connotati di un’azione preventiva. Occorre, quindi, fare prevenzione e informazione a tutti i livelli onde poter gestire eventuali situazioni complicate.

Tuttavia i casi conclamati di morbillo non devono essere additati come fenomeni di caccia all’untore come se si trattasse di una peste, bensì devono essere sottoposti ad un’azione preventiva senza creare panico, ma soltanto adeguata ed opportuna informazione tra coloro che operano all’interno della comunità scolastica. Tuttavia i casi non devono in alcun modo precludere l’obbligo dell’istruzione che deve restare garantito a tutti gli effetti, ma soltanto porre una maggiore e puntuale attenzione alla prevenzione. Questo non vuol dire che se un alunno ha il morbillo il resto della classe non debba frequentare le lezioni perché si creano, a volte, ingiustificate situazioni di allarmismo generalizzato.

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