Upi: “governo non dà risorse per edilizia. Scuole rischio apertura”. Stellacci: “timori privi di fondamento”. Cittadinanzattiva: “preoccupazione Upi fondata”

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red – L’Unione delle Province, per voce del presidente Saitta, ritorna sulla questione edilizia scolastica, ribadendo un allarme già lanciato durante la reggenza del Ministro Profumo

red – L’Unione delle Province, per voce del presidente Saitta, ritorna sulla questione edilizia scolastica, ribadendo un allarme già lanciato durante la reggenza del Ministro Profumo

Sotto l’occhio del ciclone la spendin rewiev e i tagli imposti a causa del patto di stabilità che intaccherebbe il piano programmatico delle opere scolastiche, con il quale gli enti nel 2013 avevano definito gli impegni di spesa per gli investimenti nelle scuole pari a 727,9 milioni di euro.

"A causa dei tagli imposti e degli obiettivi del patto di stabilità, che – ha affermato il presidente dell’Upi Antonio Saitta – stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le province sono state costrette a ridurre gli impegni di 513,2 milioni di euro".

In conseguenza di ciò "potranno essere realizzate nel corso di quest’anno opere per un ammontare complessivo di soli 212 milioni di euro".

"Non siamo disposti a prenderci avvisi di garanzia – afferma Saitta a nome dei presidente delle Province". Ad essere coinvolti sono anche i presidi delle scuole e i funzionari degli enti provinciali, che già stanno  ricevendo ammende amministrative.

"Nessun rischio per l’avvio del prossimo anno scolastico – risponde Lucrezia Stellacci, Capo dipartimento istruzione del ministero. – Dalle province è arrivato un allarme eccessivo. E quello – aggiunge – lo assegniamo noi".

"Un allarme analogo – ricorda Stellacci – fu lanciato dalle province l’anno scorso, negli stessi tempi. E ora rispondiamo come allora. Fermo restando che tutte le spese per la scuola, per l’istruzione, dovrebbero essere escluse dal Patto di stabilità – afferma – e che siamo assolutamente d’accordo con le province nel ritenere la sicurezza degli edifici scolastici di primaria importanza, la situazione di 400 istituti non mette in pericolo la normale apertura dell’anno scolastico e l’avvio delle lezioni. Sono pochissimi rispetto ai 100.000 edifici scolastici esistenti. E, comunque, se ci sono strutture dove non è possibile fare interventi di manutenzione, gli studenti verranno spostati altrove, in aule e stabili sicuri. Non è certo il primo anno che le province non riescono, per motivi anche diversi da quello denunciato, a fare interventi necessari a garantire la sicurezza e sempre è stata trovata una soluzione. In ogni caso l’avvio regolare dell’anno scolastico dipende dal personale – insegnanti, bidelli ecc… – e quello lo assegniamo noi».

"Con questo – conclude il capo dipartimento istruzione – non è che voglio dire che tutto va bene e funziona a meraviglia, ma l’allarme delle province mi pare eccessivo".

All’Upi fa eco Cittadinanzattiva, affermando che l’allarme è fondato

”Condividiamo l’allarme lanciato dal presidente dell’Upi Saitta. I dati forniti sulla sicurezza degli edifici e sulla situazione delle palestre sono verosimili: si parla di rischio riapertura di 400 scuole su 5179 e da anni sosteniamo, a seguito dei monitoraggio della campagna Impararesicuri, che una scuola su dieci è in condizioni pessime”, ad affermalo Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva.

”La risposta del capo dipartimento del MIUR, Lucrezia Stellacci ci pare dettata da una scarsa consapevolezza della gravità della situazione e dalla mancanza di una programmazione puntuale degli interventi da attuare per la sicurezza delle nostre scuole. Una logica da ‘mettere le toppe non più accettabile. Al ministero chiediamo di prendere in considerazione le proposte che da qualche settimana abbiamo lanciato con ”La scuola che vorrei”, già sottoscritte da numerose scuole."

"L’allentamento del patto di stabilià per gli interventi di edilizia scolastica più urgenti, e la previsione, come proposto dall’UPI, di un piano straordinario triennale di almeno 1 miliardo di euro l’anno: sarebbero queste le prime risposte immediate che vorremmo avere dal Ministro”.

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