Università. Aumentano i corsi di laurea con test di accesso, ma gli studenti riescono a “stopparne” alcuni

Di Lalla
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Ufficio Stampa Rete della Conoscenza – Da Torino a Roma, da Bari a Padova passando per tanti altri atenei medio-piccoli, in tanti atenei del nostro paese il sistema del numero chiuso/programmato è in continua ascesa; a pagare il prezzo più alto, sia in termini economici che in termini personali, saranno gli studenti, costretti a sborsare cifre sempre più elevate e a dover rinunciare agli studi prescelti.

Ufficio Stampa Rete della Conoscenza – Da Torino a Roma, da Bari a Padova passando per tanti altri atenei medio-piccoli, in tanti atenei del nostro paese il sistema del numero chiuso/programmato è in continua ascesa; a pagare il prezzo più alto, sia in termini economici che in termini personali, saranno gli studenti, costretti a sborsare cifre sempre più elevate e a dover rinunciare agli studi prescelti.

"E’ un vero e proprio allarme – dichiara Alberto Campailla, Portavoce nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – quello che vogliamo lanciare circa il consistente aumento di corsi di laurea con barriere all’acceso. Nonostante il drammatico calo delle immatricolazioni registrato negli ultimi 10 anni lanciato ormai quasi un anno fa dal CUN, gli atenei continuano a restringere il libero accesso ormai in tantissimi dipartimenti fino a qualche anno fa rimasti "aperti",

A riprova della denuncia in questione i recentissimi tentativi di inserimento del numero programmato, prontamente stoppati, dalle mobilitazioni studentesche a Torino e Roma (occupazione dei Consiglio di Dipartimento di Lingue e Chimica), a Bari (vittoria nella Commissione didattica di Scienze Politiche) e quelli che si preannunciano in queste settimane come ogni anno ad Ingegneria a Pisa e Padova.

Principali responsabili del suddetto incremento sono i criteri, recentemente ritoccati, del Decreto AVA che impongono un numero minimo di docenti "incardinati" in rapporto a quello degli studenti iscritti, l’ormai storico "blocco del turn-over" ordinato negli ultimi annui a ulteriormente prolungato dall’ultima legge di stabilità nonché le limitazioni circa il reclutamento di nuovi docenti (specie nel Sud Italia) derivanti dal Decreto Punti Organico.

"Nonostante l’enorme pasticcio legislativo – conclude Alberto Campailla di LINK – compiuto lo scorso autunno con il Bonus di Maturità a Medicina, Professioni sanitarie e Architettura ormai sempre più criticato, la Ministra Carrozza ed il suo Governo continuano ad imporre norme che rendono inevitabile l’inserimento di restrizioni alla formazione universitaria.

A queste politiche continueremo ad opporci in maniera incondizionata sin dal prossimo aprile quando riprenderà la lotteria del test a numero chiuso ed in tante università si discuteranno gli ordinamenti didattici e quindi le ipotesi di corsi di laurea a numero programmato.

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