Una scuola che non boccia è una scuola che illude. Lettera

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inviata da Mario Bocola – Si sta sempre più diffondendo la scuola delle illusioni ed è quella che si contrappone alla scuola reale, cioè alla scuola che “dovrebbe” svolgere il suo specifico compito, quello cioè di formare, ma non forma.

La scuola delle illusioni è la scuola della “meraviglia”, dello stupore, che fa intravedere le cose e che illude l’alunno di essere un “genio”, ma nella realtà non lo è.

La scuola delle illusioni non punta al successo formativo ma cerca soltanto di abbagliare l’alunno, di “ingannarlo” facendogli osservare e sperimentare un mondo edulcorato, molto lontano da quello reale, completamente avulso dal contesto reale in cui si trova a vivere.

Insomma la scuola delle illusioni è la scuola dei sogni che adopera una didattica alternativa a quella tradizionale, che non trasmette la conoscenza, ma che fa largo utilizzo dei progetti extrascolastici ed anche “curriculari”, capaci di destare “meraviglia” negli studenti proiettandoli in un mondo fantastico, pieno di sogni. La scuola delle illusioni può essere un’arma a doppio taglio perché molti sogni possono avverarsi oppure no, ossia vi sono alunni i cui sogni si realizzano ed altri, invece, che possono avere delusioni sulle proprie aspettative.

La scuola illusiva, quella che fa sgranare occhi e spalancare orecchie a genitori e alunni, offre loro la visione di un mondo scolastico e di una didattica alternativa capace solo di destare meraviglia, stupore o meglio far vedere in forma “paradisiaca” quello che nella realtà cogente non esiste affatto.

Insomma si tratta di una didattica esteticamente bella, entusiasmante, capace di creare momenti di gloria, ma che al suo interno si presenta come un guscio vuoto, inconsistente. Ebbene sono lontani, ormai i tempi in cui si faceva a scuola una didattica formativa, capace di riempire le teste dei nostri alunni, di prepararli alla vita, ad affrontare tutte le difficoltà che la vita pone davanti.

Ormai tra didattica formativa e didattica illusiva non si capisce più a chi dei due termini dare la precedenza. Abbiamo bisogno di una scuola reale e dobbiamo tornare urgentemente a fare la “didattica” formativa, quella che un tempo misurava le potenzialità vere dell’alunno attraverso lo studio serio e appassionato.

Fatto sta che la scuola italiana ha, quindi, urgente bisogno di cambiare rotta, di mutare pelle se si ha la volontà di farla risorgere dalle ceneri. Solo così potremo sperare un domani di avere studenti preparati e giudiziosi. Ma anche questo, purtroppo, si sta rivelando un sogno molto, molto lontano a divenire realtà. Si tratta di un sogno, considerati i tempi che stiamo attraversando e lo stato di salute della scuola italiana, assai remoto.

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