Piano Colao, Turi (UIL): distratto, non sa parlare di scuola

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Uil – Un piano distratto: non sa parlare di scuola e guarda all’Università. E domani, alle 15, sulla ripartenza di settembre l’incontro sindacati-Azzolina

Un piano distratto quello di Colao – commenta Pino Turi, facendo il punto sul piano che occorre alla scuola per ripartire a settembre. Tema che sarà al centro dell’incontro, in remoto, fissato per le 15 tra sindacati e ministro Azzolina.

Quello di Colao – riflette Turi – è un piano che non sa parlare di scuola, se ne dimentica, e guarda all’Università. Sembra una tesi di master, dove vengono messe insieme le misure per il paese reale e per quello che ancora non c’è. Come se fossero intercambiabili.
Lavoratori, studenti, famiglie: sono quelli per cui si scrivono i piani, ma che non compaiono mai.

Nei capitoli dedicati alla scuola, quella che deve ripartire a settembre, la logica è tutta digitale.
L’impegno è tutto per la formazione per gli insegnanti, quelli che la scuola a distanza l’hanno fatta veramente e ora vogliono tornare in classe.

Occhio attento alla produzione: che studiare, se non ti porta in azienda, a che serve?
Si confondono conoscenze, quelle della scuola che trasmette sapere e valori, e competenze quelle che si acquisiscono facendo. Magari con pacchetti di istruzioni pronti all’uso. Forniti dall’impresa di turno.
Non ci può essere produttività a scuola. Noi guardiamo da un altro modello di scuola. Ad un nuovo umanesimo che guardi alle persone e le metta al centro delle scelte. La tecnologia è un mezzo non un fine.

Colao offre una soluzione fantastica per aumentare le risorse per il sistema di istruzione statale: lo chiama partnership per upskilling.
E lo spiega: «predisporre e lanciare un progetto di iniziative di upskilling (co-finanziate da pubblico e privato), facendo leva sul settore privato per supportare insegnanti, cultura, ricerca e scuola».

Una proposta che la Uil Scuola aveva fatto più di vent’anni fa, peccato che non ci sia stato nessun privato pronto a dare risorse alla scuola pubblica, mentre sono sempre più le richieste di finanziamento pubblico da parte dalle scuole private.

In definitiva la solita ricetta di de-finanziamento da compensare con il ‘volontariato’.
La scuola come custodia e non come fucina di cultura.
Settembre è domani – aggiunge Turi. Il mondo lo cambia la scuola, non si cambia da solo.
Dobbiamo uscire dall’omologazione e dalle nebbie egoistiche delle élites economico-finanziarie del paese.
Attenzione a non creare divisioni nella scuola. Non bloccare, bisogna dare prospettive.

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