UDU. Universitari in Piazza il 13 ottobre: scuole e università motore sociale di cambiamento

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UDU – Il 13 ottobre l’Unione degli Universitari aderirà alla data di mobilitazione lanciata dalla Rete degli Studenti Medi.

Gli universitari saranno nelle piazze insieme agli studenti delle scuole superiori, che chiedono un radicale rinnovamento della scuola, affinché questa possa tornare ad essere un reale luogo di inclusione ed ascensore sociale nel nostro paese.

Dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Non possiamo che sostenere le rivendicazioni della Rete degli Studenti Medi. Viviamo e ci formiamo in un Paese che considera l’istruzione un fardello invece che un capitolo di investimento. Come per la scuola, anche l’università pubblica, in modo ancora più eclatante, non è in grado ormai da anni di essere un luogo di inclusione, in cui le disuguaglianze si appianino invece che essere acuite. Come abbiamo denunciato con forza anche nelle ultime settimane, quello del numero chiuso è sicuramente uno dei problemi maggiori. Ogni anno migliaia di studenti si vedono negare la possibilità di iscriversi alla facoltà scelta, a causa di un’ingiustificabile selezione all’accesso, oltretutto svolta con dei test, che sono delle vere e proprie lotterie. In questi anni, di fronte alla sordità di politica ed istituzioni, abbiamo cercato di smontare questo sistema facendo valere la legge, ottenendo vittorie sempre più importanti, con l’effetto domino sui numeri programmati locali di Milano, Firenze e Roma. Ora chiediamo al Ministero e al Governo tutto di assumersi le proprie responsabilità e di affrontare la questione una volta per tutte aprendo un tavolo di confronto con noi”.

Prosegue la coordinatrice dell’UDU: “Tutti gli ultimi dati lo confermano: è necessaria un’inversione di rotta. Gli studenti non riescono ad entrare all’università, mantenere gli studi universitari è sempre più complesso per l’assenza di diritto allo studio e il mercato del lavoro italiano non è assolutamente in grado di valorizzare i laureati. Chiediamo che fin da questa finanziaria il Governo dia dei segnali chiari: diciamo basta a premi e sgravi, diciamo basta a questo culto della meritocrazia che ha come unico risultato quello di alimentare una competizione malsana e acuire le disuguaglianze, diciamo basta a misure spot. L’Italia ha bisogno di investimenti, di una progettualità di lungo periodo che risollevi l’istruzione ad ogni livello per risollevare il paese. Venerdì saremo in piazza per dire che non siamo più disposti ad aspettare, ma sarà soltanto la prima tappa di una grande mobilitazione che auspichiamo coinvolga anche tutta la comunità accademica.

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