UDU. Corte Costituzionale boccia gli enti unici regionali per il diritto allo studio

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UDU – È stata depositata oggi dalla Corte Costituzionale la sentenza sul ricorso della Regione Veneto rispetto all’illegittimità costituzionale dei commi della Legge di bilancio 2017 che richiedevano l’istituzione obbligatoria di enti unici regionali per il diritto allo studio.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU, dichiara: “La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i commi della Legge di bilancio 2017 in cui si obbligavano tutte le regioni a riordinare gli enti per il diritto allo studio in un unico ente regionale entro sei mesi dall’entrata in vigore della Legge. Avevamo subito sottolineato le varie criticità in merito a questo riordino forzato, imposto senza alcuna concertazione con le regioni e con gli enti, senza tenere conto delle esigenze particolari dei vari territori, cui non erano fornite garanzie all’interno del riordino”.

Prosegue la coordinatrice dell’Unione degli Universitari: “La dichiarazione di incostituzionalità dei vari commi della Legge di bilancio porta con sé l’eliminazione dell’obbligo di legge di previsione della rappresentanza studentesca all’interno degli organismi direttivi degli enti per il diritto allo studio. La Corte non tocca minimamente questo aspetto nel merito del suo giudizio! Questo non sia lo spunto per ulteriori interventi improvvisati: il legislatore, piuttosto, intervenga per salvaguardare uno dei pochi aspetti positivi della riforma: il sistema di diritto allo studio non può prescindere dalla rappresentanza di chi è direttamente interessato da questo tema, ossia gli studenti. Al momento, infatti, non esiste alcuna garanzia di Legge, lasciando la presenza della rappresentanza studentesca alla discrezione delle norme regionali e dei singoli enti.   Ci sembra surreale che all’interno degli organi decisionali che si occupano di diritto allo studio non sia garantita la presenza dei rappresentanti degli studenti! Subiscono un ulteriore colpo duro anche le “superborse”: la mai costituita fondazione che dovrà gestirle dovrà procedere a un’intesa con la Stato-regioni prima di bandirle. Oltre al quasi azzeramento dei fondi a disposizione, viene ora depotenziata la gestione centralizzata di tale strumento: è arrivata l’ora di abolire completamente le superborse e riversare anche i pochi fondi rimasti a disposizione delle borse di studio ordinarie!”

Conclude Elisa Marchetti: “La Corte ha affermato la necessità di avere un’intesa con la Conferenza Stato-regioni e non un semplice parere rispetto al nuovo schema di fabbisogno del Fondo Integrativo Statale. La Corte Costituzionale ha preso atto che questo è già avvenuto, nonostante la legge chiedesse un “semplice” parere e dovrebbe essere prevista una correzione formale. È necessario però che il MIUR garantisca che non ci saranno problemi sull’erogazione, già di per sé tardiva, del Fondo integrativo per le borse di studio del 2017. Questa sentenza dimostra che la costruzione affrettata di normative sul diritto allo studio rischia di creare continui interventi e vuoti normativi, che a nulla servono se non ad aggravare la situazione. Sul tema della governance del diritto allo studio si dovrà riprendere una discussione, ma andrà fatto nei modi opportuni, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, in primis gli studenti, affinché il riordino della governance non sia solo un modo per mascherare i mancati investimenti sul diritto allo studio: la priorità dovrà essere garantire la rappresentanza studentesca negli organi direttivi di tutti gli enti per il diritto allo studio!”

Link alla sentenza: http://www.unionedegliuniversitari.it/wp-content/uploads/2018/04/pronuncia_87_2018.pdf

 

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