Tutti promossi e la dequalificazione della scuola e del ruolo dei docenti. Lettera

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Inviato da Mario Bocola – Non sappiamo se la domanda è legittima. Mi sapete dire a che cosa serve studiare a scuola e perché i ragazzi devono ancora andarci?

Potrebbero farne a meno dal momento che, con la delega della Legge 107/2015 relativa alla riforma degli Esami di Stato del Primo Ciclo d’Istruzione, si è praticamente “tutti promossi”.

Ci sembra una operazione assurda che dequalifica ancora di più l’istruzione in Italia e mortifica il prestigio sociale dei docenti. Con la nuova delega un alunno che riporta diverse insufficienze gravi in più discipline può essere ammesso a sostenere l’Esame di Stato.

Solo in Italia si possono far approvare brutture di questo genere. Molti studenti, in siffatto modo, si troveranno nella condizione di dover dire all’insegnante: “Ma che studio a fare tanto vengo promosso lo stesso”. Questo status quo va a discapito di quegli studenti capaci e volenterosi che hanno sempre studiato, si sono sempre applicati i quali si troveranno anche loro a non studiare più tanto serve poco, perché si è promosso lo stesso.

Con questa mossa, il Ministero di Viale Trastevere, mette in atto la strategia più vergognosa, quella cioè di dequalificare l’istruzione, di legalizzare l’ignoranza di Stato e di preparare al futuro solo persone incompetenti. Occorre fermare a tutti i costi questo obbrobrio, altrimenti il sistema Italia implode sull’istruzione. Questa operazione di ammissione agli Esami di Stato del I Ciclo d’Istruzione produrrà soltanto un ulteriore livellamento verso il basso.

Non si possono affatto digerire le ipotesi di approvazione delle deleghe della Legge della Buona Scuola, che oggi approda in Consiglio dei Ministri. Ma a quali grandi strateghi che abitano i palazzi alti della politica italiana possano venire in mente idee di questo tipo. E meno male che hanno fatto un passo indietro sull’introduzione dei voti in lettere alla scuola primaria lasciandovi quelli numerici.

Sugli Esami di Stato c’è chiara l’dea di smantellamento della Scuola pubblica e di livellamento verso il nulla. No. Non si può affatto tollerare una cosa del genere. Già gli insegnanti dal punto di vista sociale non sono considerati dalle famiglie e dagli alunni, ora si aggiungono anche queste riforme che remano contro il buon senso se non addirittura contro la stessa Carta Costituzionale. Le famiglie dovrebbero un attimo aprire gli occhi e vedere quale futuro la scuola italiana riserva ai loro figli. Dovrebbero avere, inoltre, il coraggio e la bontà di collaborare di più con i docenti, non presentarsi a scuola solo per protestare e mettere di continuo in discussione l’operato dei docenti che veramente, con stipendi magri, fanno di tutto per inculcare nelle nuove generazioni quei valori, quei sentimenti, quell’amore per il sapere e la conoscenza che i nostri padri ci hanno tramandato. I docenti si muovano per smantellare le vergogne dell’Italia e costruire un futuro migliore che deve partire solo dalla scuola.

L’ignoranza si combatte soltanto con la conoscenza: non ci sono altri rimedi. Altro che meritocrazia se siamo lontani dall’Europa e abbiamo le competenze di lettura più basse.

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