Per tutti coloro che non riescono a superare un Tfa e non rientrano nei Pas, il Governo cosa pensa di fare?

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inviato da Gruppo FB Movimento per il Diritto all’Abilitazione – Sono in corso le selezioni per l’accesso al TFA II ciclo, che a quanto pare abiliterà 22000 docenti per le scuole secondarie e altri 5000 per la scuola primaria e dell’infanzia.

inviato da Gruppo FB Movimento per il Diritto all’Abilitazione – Sono in corso le selezioni per l’accesso al TFA II ciclo, che a quanto pare abiliterà 22000 docenti per le scuole secondarie e altri 5000 per la scuola primaria e dell’infanzia.

La selezione risulta spietata, poiché non valorizza le effettive capacità di un insegnante che vive la vera situazione di una classe, ma sottoscrive solo chi nozionisticamente parlando è più portato allo svolgimento di quiz.

L’Italia è tra i pochi, o forse l’unica nazione dei Paesi dell’UE che si contraddistingue per selezioni all’insegnamento a numero chiuso, dove poco o niente vale l’esperienza sul campo.

Parliamo dei cosiddetti precari, sfruttati con contratti a tempo determinato e colpiti da decreti che pregiudicano i loro diritti, acquisiti con anni di servizio.

E’ anche vero che, per loro, sono stati istituiti i Pas (Percorsi abilitanti speciali) che hanno consentito a quasi 50000 docenti di abilitarsi senza una selezione, con il requisito minimo di 3 annualità di servizio svolte tra l’a.s. 1999/2000 e il 2012/13, ma non bisogna dimenticare che moltissimi altri precari sono stati esclusi dai Pas per il mancato, anche in minima parte, raggiungimento dei requisiti previsti dal dm n. 58 del 25 luglio 2014.

La situazione non ha evitato di creare malcontenti tra “migliaia di persone che hanno permesso negli ultimi anni alle scuole statali e paritarie di funzionare nonostante l’assenza di abilitati”, così come citava l’ex Ministro Profumo nel comunicato dell’08 maggio 2012.

E per tale motivo ma soprattutto per il fatto che L’Italia sarebbe incorsa , oltre che in un aggravamento della presenza di non abilitati nella scuola, in probabili sentenze di condanna dell’Amministrazione, si è dato vita all’ attuazione del D. Leg.vo 9/11/2007 n. 206 che, in esecuzione della direttiva comunitaria 2005/36 CE, relativa all’individuazione delle qualifiche professionali, fa coincidere il riconoscimento dell’abilitazione, anche all’effettivo svolgimento dell’attività professionale per almeno tre anni sul territorio dello Stato membro in cui è stato conseguito o riconosciuto il titolo di laurea, previo apposito percorso di abilitazione.

A questo punto, molti precari, che hanno visto sbarrarsi le porte ovunque , hanno deciso di guardare ai vari modelli abilitanti europei in corso:

  • in Spagna ci si abilita con il percorso del Master de Profesorado o del CAP banditi annualmente. Con tali requisiti, più conoscenza della lingua, ci si può iscrivere alle liste pubbliche di “interinos” (supplenti) su tutte le scuole, comprese quelle pubbliche. In Spagna non esiste così quella che in Italia è la III Fascia per i non abilitati.È ovvio che l’inserimento in tale lista, non trasforma il candidato supplente in docente di ruolo, né dà automaticamente diritto nel tempo alla cattedra di ruolo, ma il candidato può diventarlo superando un concorso pubblico, istituito sistematicamente;
  • per diventare insegnanti di ruolo in Francia si deve passare un concorso che si svolge ogni anno, e si chiama Capes, relativamente all’insegnamento per i collegi e licei francesi. Per iscriversi al Capes, dopo la recente riforma serve un bac+5 o equivalente, ovvero serve certificare 5 anni di studi universitari superiori;
  • l’abilitazione italiana invece, un tempo, era titolo d’accesso alle Graduatorie Permanenti (poi GaE) e quindi procurava l’effettiva possibilità d’immissione in ruolo. I primi problemi sono sorti quando le GaE sono state chiuse, nel 2009, per cui, tutti coloro che hanno ottenuto l’abilitazione ( anche tramite il TFA e il Pas) dopo questa data, sono rimasti esclusi dalle GaE e relegati nella II fascia d’istituto, saturandola insieme alla terza.In Italia, in modo discontinuo vengono banditi concorsi per conseguire le abilitazioni ,in realtà danno poca sicurezza e quasi nessuna certezza.

L’Italia inoltre, in contrasto con la ben nota direttiva europea n.70 del 1999 sul contratto a tempo determinato e con quello che avviene in tutti gli altri Paesi dell’Unione, ha permesso, in vari settori tra cui la scuola, che venissero rinnovati più volte, contratti a termine o tempo determinato, senza trasformarli poi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato (decreto legislativo 368 del 2001, in particolare l’articolo 5).

Il decreto attuativo della direttiva europea, inoltre risulta essere stato modificato alla fine 2007, col comma 4-bis al testo originario dell’articolo 5. Successivamente, il Governo, nel maggio 2010 si è pronunciato favorevole affinchè tutte le Istituzioni comunitarie (Commissione,  Parlamento, Corte di Giustizia) stabilissero anche i precari della scuola, ma poco dopo hanno fatto marcia indietro. La Commissione ha dovuto così ridarsi credibilità ed ha attivato immediatamente la procedura di infrazione n. 2124/2010 per la mancanza di misure idonee a prevenire gli abusi nella successione dei contratti. Inizialmente tali misure sono state prese nei confronti del solo personale Ata, poi dal 2012 anche nei confronti del personale docente, infine nel 2013 nei confronti di tutti i precari alle dipendenze di pubbliche amministrazioni.

Per tutti coloro che non riescono a superare un Tfa e non rientrano nei Pas, il Governo cosa pensa di fare? Vegeteranno a vita nella terza fascia? E’ giunta l’ora che l’Italia si assuma le proprie responsabilità.

Movimento per il diritto all’abilitazione.
Sonia Capozzi,Concetta Petagna.
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