Turi (UIL): docenti Italiani non sono troppi e hanno stipendi bassi. Polemiche pretestuose rinnovo contratto

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In un Paese permanentemente in campagna elettorale, evitiamo che la scuola diventi terreno di scontro ideologico

Ogni volta che si avvicina un rinnovo contrattuale ricomincia il rituale delle polemiche sul mondo della scuola. Un film che abbiamo già visto e che conduce sempre allo stesso finale:

gli insegnanti sono troppi, e siccome rifiutano la valutazione, per questo sono mal pagati.

Se si segue questa trama – mette in guardia il segretario della Uil Scuola, Pino Turi – succede che ognuno tira fuori la sua ricetta salvifica.

Il punto è che, sia che ci si fermi alle autorevoli analisi dei dati Ocse o si dia credito alle stime tecnocrati della Ragioneria dello Stato, si arriva allo stesso punto: le stime italiane e internazionali concordano sul fatto che i docenti italiani sono posizionati agli ultimi posti.

Il paradosso – mette in evidenza Turi – è che mentre si prospetta un confronto contrattuale nel quale decidere le misure che serviranno a regolare il contratto del personale della scuola, si continua a parlare di scuola, in modo vecchio, come ammortizzatore sociale.

Vale la pena di ricordare – continua Turi – che gli insegnanti precari vanno in classe e fanno lezione con meno diritti e meno tutele degli altri, quindi, ancora più poveri.

In Italia e solo in Italia i docenti di sostegno garantiscono un’azione di integrazione unica nel mondo. Una esperienza che è sotto osservazione da parte di tutti i Paesi Ocse, che vengono a valutare le nostre esperienze per poterle utilizzare: finalmente una legge all’avanguardia a parere, ormai, unanime di tutti.

Gli insegnati di strumento musicale hanno un rapporto alunni docente diretto.

In Italia abbiamo un numero di ore di lezione più alto tra i paesi europei.

Il film del “sono troppi, rifiutano la valutazione e per quello sono mal pagati” – rammenta Turi – lo ha già girato il Governo Berlusconi poco meno di un decennio fa, e tutti sappiamo come è finita, sono stati tagliati oltre 150 mila posti e gli oltre 8 miliardi destinati all’Istruzione destinati ad altri capitoli di bilancio. Nonostante ciò gli insegnanti italiani hanno continuato ad essere i peggio pagati d’Europa.

Se il Paese non ha smarrito la memoria, gli insegnanti conservano sicuramente un ricordo molto vivo, i fatti sono questi. In un Paese permanentemente in campagna elettorale, evitiamo che la scuola diventi terreno di scontro ideologico tra fazioni di affaristi alla continua ricerca di risorse economiche (spacciate come azioni di spending review) da spostare in favore di questa o di quella lobby di turno.

Anno Scolastico 2016/17 | Studenti e docenti >>> Ecco perché non sono troppi
L’Italia allineata con gli altri paesi europei: c’è un insegnante ogni 14 ragazzi

Confronto Uil Scuola su dati Miur .

La media di studenti per docente deve tener conto almeno di due fattori che non esistono negli altri paesi: la presenza degli insegnanti di sostegno e quella degli insegnati di religione cattolica. La tabella mostra come il solo dato numerico porta ad un rapporto pari a 11,49 studenti per docente (dato medio) . Se consideriamo anche la presenza dei docenti di sostegno ( non presenti in tutti gli altri sistemi scolastici) il rapporto passa a 14,07. Se poi prendiamo in considerazione l’ulteriore nostra specificità della presenza dei docenti di religione, il rapporto si innalza a 14,71, cifra superiore alla media europea.

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