Mobilità docenti, si frena. Il progetto nella Legge di Bilancio

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Arriva il freno ai trasferimenti dei docenti “che limitano un’adeguata continuità didattica”. E’ quanto si apprende dalle prime informazioni relative alla Legge di Bilancio 2019.

Il CCNL 2016/18 ha rinviato alla contrattazione con i sindacati le nuove regole per la mobilità del personale docente.

Dal prossimo anno si prospettano infatti importanti novità per la contrattazione sulla mobilità e il contratto collettivo integrativo avrà durata triennale.

Il CCNI sulla mobilità che sarà predisposto il prossimo anno avrà, quindi, validità per il triennio 2019/2020 – 2020/2021 – 2021/2022, rimanendo, comunque, la possibilità, per i docenti in possesso dei necessari requisiti, di poter partecipare alla mobilità con cadenza annuale.

Mobilità su scuola e blocco triennale per i docenti

La possibilità di partecipare annualmente alla mobilità, che fino al corrente anno scolastico, ha interessato indistintamente tutti i docenti, nel futuro, con l’applicazione delle nuove regole previste nell’ipotesi di CCNL 2016-2018, potrà cambiare.

Nell’art.22 comma 4 lettera a1)del succitato CCNL si stabilisce, infatti, che “[….] al fine di perseguire il principio della continuità didattica, i docenti possono presentare istanza volontaria non prima di tre anni dalla precedente, qualora abbiano ottenuto l’istituzione scolastica richiesta volontariamente [….]”

In base a questa disposizione, i docenti che, a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, risulteranno soddisfatti nella domanda di mobilità territoriale o professionale acquisendo titolarità in una delle scuole richieste, non potranno presentare domanda di mobilità per un triennio a decorrere dall’anno scolastico in cui avranno ottenuto il movimento richiesto .

Piano di rientro per i docenti

Dall’altro lato però il Governo starebbe pensando ad un piano di rientro, da rendere attuativo con alcune misure:

  • tempo pieno al sud (in Sicilia è stata avviata la sperimentazione )
  • trasformazione in organico di diritto dei posti di sostegno in deroga
  • TFA sostegno per 10.000 posti

Ne consegue che i posti di sostegno saranno quelli che offriranno le possibilità maggiori di impiegno, a patto che i docenti conseguano la relativa specializzazione (per l’avvio dei corsi il Miur ha già inviato alle Università la nota per la ricognizione dei posti disponibili).

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