Trani: immessa in ruolo con sentenza del giudice del lavoro

Di Lalla
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red – Con sentenza depositata in data 18 Luglio 2011, il Tribunale di Trani – sezione Lavoro, a firma del Giudice dott.ssa La Notte Chirone, ha accolto il ricorso depositato in data 3 Maggio 2011 da una docente, precaria da oltre 7 anni, in servizio presso l’Istituto “Archimede” di Andria, patrocinata e difesa dall’avvocato Graziangela Berloco del Foro di Bari, con cui si chiedeva la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, oltre ad un risarcimento a compensazione dei disagi e dei danni subiti a causa della precarietà prolungata nel tempo.

red – Con sentenza depositata in data 18 Luglio 2011, il Tribunale di Trani – sezione Lavoro, a firma del Giudice dott.ssa La Notte Chirone, ha accolto il ricorso depositato in data 3 Maggio 2011 da una docente, precaria da oltre 7 anni, in servizio presso l’Istituto “Archimede” di Andria, patrocinata e difesa dall’avvocato Graziangela Berloco del Foro di Bari, con cui si chiedeva la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, oltre ad un risarcimento a compensazione dei disagi e dei danni subiti a causa della precarietà prolungata nel tempo.

Così recita il dispositivo della sentenza: “(…) il rapporto di lavoro tra la ricorrente ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Univ. e della Ricerca deve essere considerato a tempo indeterminato(…) con decorrenza dal 1° aprile 2009; dichiara la nullità del termine apposto a tutti i contratti di lavoro sottoscritti inter partes (…); ordina al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di riammettere immediatamente in servizio la ricorrente e risarcirle il danno nella misura pari ad un’indennità onnicomprensiva di 7 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, maggiorata degli accessori di legge”.

Non nasconde entusiasmo e soddisfazione il prof. Rossano Sasso, segretario prov.le del sindacato Ugl – Scuola di Bari, promotore dei ricorsi che ricorda come, tra mille difficoltà, si sia giunti al risultato odierno: “prima ci hanno provato facendo passare sotto voce e durante le vacanze di Natale la scadenza per presentare i ricorsi, poi hanno tentato di scavalcare la normativa europea e, dulcis in fundo, hanno introdotto con l’ultima legge finanziaria, allo scopo di scoraggiare i ricorrenti, delle nuove tasse per poter presentare ricorso al Giudice del lavoro”.

Né può bastare il contentino delle ultime immissioni in ruolo – continua Sasso – ad arginare il dramma delle migliaia di lavoratori della scuola che dopo aver lavorato per 10, 15 e anche 20 anni, saranno licenziati o, per i più fortunati, riusciranno a svolgere qualche supplenza. Per tutti quelli che non hanno presentato ricorso in passato, e che hanno svolto almeno 3 incarichi annuali dopo il 1999, ricordiamo che possono ancora farlo, avendo 60 giorni di tempo dalla scadenza dell’ultimo contratto per impugnare il licenziamento.

La sentenza

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