TFA Sostegno, docenti si specializzeranno ma onestà e meritocrazia non esistono. Lettera

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Giuseppa Maria Mannone – Gentile ministro, Sono un’aspirante docente di sostegno che il 16 aprile ha partecipato alle prove preselettive tenutesi presso l’ateneo di ***.

Mi sento indignata, e posso dirlo a nome di migliaia di altri aspiranti che si sono preparati con dedizione, che hanno preso questo mestiere come una vera e propria missione, che nell’ultimo mese hanno messo da parte lavoro, famiglia, amici, e speso soldi per prepararsi, convinti di dover sostenere una prova seria che avrebbe portato avanti solo i migliori.
Ci siamo invece ritrovati in una situazione surreale, dove i test venivano svolti in gruppo, con l’ausilio di apparecchiature elettroniche, con scarsissima vigilanza, con gente che entrava e usciva dall’aula per consultare nei bagni Google e trovare le risposte ai quesiti. Ritengo che tutto ciò sia contro a quel principio di onestà e di meritocrazia che è il cavallo di battaglia del suo operato.
Ritengo tutto ciò una vergogna per lo Stato Italiano in cui io e i miei colleghi abbiamo creduto nonostante tutto. Questa situazione si è ripetuta nelle stesse identiche modalità un po’ in tutti gli atenei del Paese.
Mi chiedo allora se i giovani disabili d’Italia meritino di avere dei docenti specializzati che non sono capaci neppure di affrontare una prova con onestà, che non hanno solide basi in tema di inclusione, pedagogia, metodologia didattica e che non conosce la differenza tra discalculia e dislessia.
Mi chiedo, e le chiedo, se tutto ciò ha un senso, se ha senso gestire un concorso così importante con questo grado di menefreghismo. Le chiedo Gentile Ministro Bussetti di intervenire ed esprimere il suo parere a riguardo.
Migliaia di aspiranti meritevoli esclusi come me si stanno mobilitando per rendere noti a tutti i gravi fatti avvenuti, e ci aspettiamo dal MIUR una risposta pronta alle nostre richieste. Lo facciamo per i disabili e le loro famiglie, per l’amore e la dedizione che mettiamo in questo lavoro e per il futuro della scuola italiana.

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