Tetto agli alunni stranieri in classe, la proposta di Valditara fa discutere. Lega difende il ministro, opposizione all’attacco

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Nel dibattito sulla gestione dell’integrazione scolastica nel nostro Paese, emerge la proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che mira a rivedere la percentuale di alunni stranieri per classe. Ed è subito polemica politica.

Rossano Sasso, esponente della Lega ed ex sottosegretario all’Istruzione, sostiene che l’integrazione non può avvenire efficacemente se una classe di 26 studenti comprende fino a 12 alunni che non parlano l’italiano. Sasso sottolinea l’importanza di bilanciare la presenza di studenti stranieri nelle aule, suggerendo anche la possibilità di non includere nella quota coloro che padroneggiano già la lingua italiana.

La discussione si accende quando alcuni criticano la proposta come potenzialmente promotrice di “classi ghetto”, mentre altri ne sottolineano la praticità e la necessità. La senatrice di Fratelli d’Italia, Carmela Bucalo propone, come soluzione alternativa, un percorso di affiancamento per gli studenti stranieri, che includa corsi di recupero pomeridiani per non isolare nessuno e garantire l’inclusione e il diritto allo studio per tutti.

Antonio Caso, capogruppo M5S, invece, critica la proposta di Valditara per la sua apparente natura discriminatoria e la invita a concentrarsi su problemi strutturali più pressanti come le condizioni degli edifici scolastici e le riforme educative.

Al centro del dibattito c’è anche la questione dell’investimento in risorse per l’educazione, con alcuni politici che accusano il ministro di perseguire politiche propagandistiche senza concreti investimenti nel sistema scolastico. L’esponente di Italia Viva, Rosa Maria di Giorgi, evidenzia come il fenomeno dell’aumento di alunni stranieri debba essere affrontato con un approccio che valorizzi le specificità territoriali e non mediante soluzioni asettiche e generalizzate.

Il leader di Azione, Carlo Calenda, parlando con Sky Tg24, considera la questione principalmente come un strumento di campagna elettorale, mentre Irene Manzi, capogruppo Pd, rifiuta l’idea di “classi ghetto” proposta da Valditara e chiede più risorse e supporto per gli insegnanti e i mediatori culturali nelle scuole.

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