Test ingresso Medicina. Parte da Udine la battaglia contro bonus maturità

Di Lalla
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Inviato da Mario Pittoni – Una mozione in Consiglio comunale a Udine (da proporre poi negli altri Comuni capoluogo, Province e Regioni del Nord) con cui chiedere al ministero dell’Istruzione la sospensione del cosiddetto “bonus maturità”, che penalizzerebbe gli studenti settentrionali nell’accesso ai corsi universitari a numero chiuso.

Inviato da Mario Pittoni – Una mozione in Consiglio comunale a Udine (da proporre poi negli altri Comuni capoluogo, Province e Regioni del Nord) con cui chiedere al ministero dell’Istruzione la sospensione del cosiddetto “bonus maturità”, che penalizzerebbe gli studenti settentrionali nell’accesso ai corsi universitari a numero chiuso.

Per fermare il provvedimento operativo da quest’anno, non sembra intenzionato a lasciare intentata alcuna strada l’ex senatore Mario Pittoni, capogruppo uscente della Lega Nord in commissione istruzione del Senato e ora unico rappresentante del Carroccio in consiglio comunale a Udine.

Pittoni lavora infatti a un documento che possa essere condiviso da maggioranza e opposizione, con cui segnalare l’iniquità della norma che per 5 anni a Roma era riuscito a tenere bloccata «in attesa – ricorda – dell’approvazione di un meccanismo che garantisca omogeneità di valutazione su tutto il territorio nazionale. Ora – spiega Pittoni – chi ha un buon voto al diploma incasserà da 4 a 10 punti. E’ prevista una tabella per convertire la valutazione di maturità in punti: uno schema articolato che – secondo il ministero – terrà conto delle differenze di valutazione tra le scuole. Ma non potrà tenere conto del livello qualitativo medio degli studenti dei singoli istituti, penalizzando di fatto chi frequenta strutture che garantiscono standard elevati.

Si aggiunge così un nuovo problema a quello dei test, che a Medicina (con un solo posto disponibile ogni dieci domande) già oggi garantiscono l’accesso più per fortuna che per capacità. I test d’ingresso infatti, se ben formulati (merce piuttosto rara di questi tempi), possono essere (relativamente) utili per verificare il livello di preparazione alla fine di un ciclo di studi. Ben diverso quando pretendono di mettere a fuoco quanto sei portato a intraprendere un nuovo percorso, soprattutto in un settore particolare come quello medico.

Per questo motivo riteniamo si debba lavorare a un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare. Interessante al riguardo la proposta di Luigi Fabbrizzi, dell’Università di Pavia: un anno di corso propedeutico, al quale si iscrivono liberamente gli studenti interessati, in cui vengono impartiti gli insegnamenti di base, comuni agli attuali corsi di laurea di natura biomedica (Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Fisiologia); gli studenti sostengono gli esami e alla fine viene stilata una classifica sulla base della media delle votazioni. I primi classificati – conclude Pittoni – scelgono il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’università».

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