Test ingresso Medicina. Interrogazione Lega Nord chiede stop bonus maturità

Di Lalla
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E’ diventata oggetto di un’interrogazione della Lega Nord alla Camera (a firma Davide Caparini) la denuncia dell’ex senatore friulano Mario Pittoni, riguardo ai punti sul voto di maturità, che quest’anno per la prima volta inciderà sull’accesso ai corsi universitari a numero chiuso (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura), penalizzando – spiega Pittoni, capogruppo uscente del Carroccio in commissione Istruzione del Senato – gli studenti del Nord, che in campo medico già possono contare su un numero di posti in grado di coprire a malapena metà delle richieste.

E’ diventata oggetto di un’interrogazione della Lega Nord alla Camera (a firma Davide Caparini) la denuncia dell’ex senatore friulano Mario Pittoni, riguardo ai punti sul voto di maturità, che quest’anno per la prima volta inciderà sull’accesso ai corsi universitari a numero chiuso (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura), penalizzando – spiega Pittoni, capogruppo uscente del Carroccio in commissione Istruzione del Senato – gli studenti del Nord, che in campo medico già possono contare su un numero di posti in grado di coprire a malapena metà delle richieste.

Finora – racconta – eravamo riusciti a bloccare il “bonus maturità”, ideato nel 2007 dagli ex ministri Fioroni e Mussi (ex governo Prodi): troppa la disomogeneità di valutazione che caratterizza il territorio nazionale.

Ora chi ha un buon voto al diploma incasserà da 4 a 10 punti. Entro il 31 maggio sarà fornita la tabella per convertire la valutazione di maturità in punti: uno schema articolato che – secondo il ministero – terrà conto delle differenze di valutazione tra le scuole.

Ma non potrà tenere conto del livello qualitativo medio degli studenti dei singoli istituti, penalizzando di fatto chi frequenta strutture che garantiscono standard elevati. Si aggiunge così un nuovo problema a quello dei test, che a Medicina (con un solo posto disponibile ogni dieci domande) già oggi garantiscono l’accesso più per fortuna che per capacità.

I test d’ingresso infatti, se ben formulati (merce piuttosto rara di questi tempi), possono essere (relativamente) utili per verificare il livello di preparazione alla fine di un ciclo di studi. Ben diverso quando pretendono di mettere a fuoco quanto sei portato a intraprendere un nuovo percorso, soprattutto in un settore particolare come quello medico.

Per questo motivo riteniamo si debba lavorare a un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare. Interessante al riguardo la proposta di Luigi Fabbrizzi, dell’Università di Pavia: un anno di corso propedeutico, al quale si iscrivono liberamente gli studenti interessati, in cui vengono impartiti gli insegnamenti di base, comuni agli attuali corsi di laurea di natura biomedica (matematica, fisica, chimica, biologia, fisiologia); gli studenti sostengono gli esami e alla fine viene stilata una classifica sulla base della media delle votazioni. I primi classificati – conclude Pittoni – scelgono il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’università».

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