Tempo pieno, solo in Sicilia servirebbero 6 mila cattedre in più

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Docenti arrabbiati per l’annuncio del vice presidente del Consiglio, Luigi di Maio, sul rilancio del tempo pieno in tutta Italia. Le cattedre al Sud sono molto meno: solo 600. In Sicilia si fermano a 200.

Secondo le ultime dichiarazioni del capo politico del Movimento 5 Stelle, l’estensione dell’orario scolastico avrebbe garantito 2.000 posti di lavoro aggiuntivi per i docenti. Il quotidiano Repubblica, invece, ha scoperto che per il tempo pieno, solo in Sicilia, servirebbero oltre 6.000 posti. Secondo l’articolo di Salvo Intravaia, sarebbero oltretutto pochissimi i docenti del Sud in grado di riavvicinarsi a casa dal profondo Nord.

“L’emendamento che incrementa l’organico della scuola elementare – scrive Intravaia – per estendere le lezioni anche nei pomeriggi e per consentire ai docenti meridionali assunti al nord con la Buona scuola di rientrare a casa è arrivato lo scorso 16 novembre. Ma saranno in pochissimi i siciliani che realizzeranno il sogno di avvicinarsi alla famiglia dopo 4 anni“.

Il post di Di Maio

Intravaia ha di fatto analizzato il video postato su Facebook scritto da vice presidente del Consiglio, Luigi di Maio. “E’ una misura di welfare sociale – è scritto nel post – ed è una misura importante per gli insegnanti, perché si sbloccano 2.000 nuovi posti di lavoro nella scuola e di questi circa il 30 per cento sarà in mobilità. Ovvero quella parte di insegnanti che per colpa della Buona Scuola sono stati ‘deportati’ al nord con un algoritmo che non abbiamo mai capito, e che adesso, per esempio, potranno tornare verso il sud”. A far emergere la discrepanza fra i dati annunciati è quelli attesi è stato il commento sui social da parte dei docenti, pronti a ridimensionare “la buona novella“.

Associazioni di docenti, calcoli alla mano

Molte associazioni di docenti si sono messe a fare di conto e hanno scoperto che il 30% per cento di quei 2.000 posti ammonta appunto a 600 cattedre: quelle che potranno essere utilizzate per i trasferimenti. E se si considera che queste andranno suddivise per tutte le province della meridione e fra tutti i docenti vittime dal 2015 della Buona Scuola, in Sicilia potrebbero rientrare solo 200 docenti.

Secondo gli interessati, la pochezza della cifra di posti “non potrà risolvere né i problemi di intere zone del sud in cui il tempo pieno, prima che ai genitori che lavorano, serve ai bambini per avere l’occasione di uscire dalle condizioni di estremo disagio sociale in cui vivono, né quelli degli insegnanti esiliati ed immobilizzati“.

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