Tempo ferie docenti. Non paragoniamo il lavoro dei docenti ad altri con un’organizzazione del tutto diversa. Lettera

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Federico De Lauro – Buongiorno, mi vedo costretto a replicare alla lettera della sig.ra Belluzzi Rita, alla luce degli spunti molto interessanti della Sua lettera.

Pertanto, risponderò punto per punto:
E’ proprio perché espletiamo altre attività funzionali e non all’insegnamento e in orario extra scolastico (correzione elaborati, riunioni, etc..), che sono inopportune le sterili critiche sulle ore di insegnamento frontale. In altre parole: lavoriamo oltre le ore frontali;

Ipotizzando una rimodulazione dell’assetto organizzativo scolastico a livello nazionale, le feste comandate resteranno comunque tali, per cui non comprendo l’accanimento su esse (a meno che non si decida di organizzare il pranzo di Natale e Pasqua tutti insieme allegramente a scuola);

Fermo restando il punto (2) e ipotizzando l’apertura della scuola nel mese di luglio/agosto (senza introdurre la variabile per nulla scontata del clima), allora ritengo personalmente necessario un adeguamento dello stipendio del docente, ricordando che già ora è tra i più bassi del comparto pubblico. Cito testualmente (dal ‘Conto annuale’ 2013, realizzato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato) : ”…a fronte di uno stipendio medio dei dipendenti pubblici pari a 34.505 euro, chi opera nel comparto scuola percepisce appena 29.468 euro, che corrispondono all’importo annuo lordo più basso tra i comparti pubblici italiani…” ;

Non capisco il paragone con i chirurghi: forse la signora ritiene che il lavoro di insegnante non sia altrettanto delicato, per altri aspetti, come quello del chirurgo?

Cito testualmente il testo: “…o lo cambiano a voi, uniformandolo al resto del mondo lavorativo, oppure lo cambiano al personale ATA, uniformando il nostro al vostro…” Mi chiedo: perché dovrebbero essere uniformati due tipologie di lavoro che sono totalmente differenti tra loro nell’espletazione delle mansioni e delle finalità lavorative? Ci rendiamo conto o no che la scuola ha una struttura “atipica” rispetto agli altri lavori, ma per ragioni ben precise?

Cito testualmente il testo: “…cosi quando ti fai una famiglia in estate sei a casa…”; la frase pur contenendo un dato certo e ineludibile – in estate sei a casa – non penso sia applicabile a tutti coloro che hanno scelto questa professione, e non mi sembra un’espressione intelligente a cui appigliarsi solo per il sadico gusto di denigrare un’intera categoria. Ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro.
Ricordo, restando nel comparto scuola, che nelle altre scuole europee i giorni di scuola sono mediamente 200, come in Italia, così come le ore frontali: nessun trattamento di favore. Allego i due link che descrivono una situazione oggettiva del “mondo scuola”, coi i conseguenti possibili scenari di un cambio nell’assetto scolastico:
http://www.edscuola.it/archivio/ped/orari.html

Le lunghe ferie della scuola italiana. E in Europa cosa si fa?


Se si leggono bene i due articoli si evince che le variabili da tenere in considerazione sono tante (e di questo se ne può anche parlare e discutere), e ridurre il discorso alle solite vacue critiche è veramente puerile.
CORDIALMENTE

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