Telecamere asili nido e scuole dell’Infanzia, AGeSC: limitano libertà insegnamento

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Comunicato AGeSC – Audizione presso le Commissioni riunite I e XI sulla proposta di legge C.1066 Calabria ed altri: “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale”

All’audizione odierna erano invitate rappresentanze di genitori e gestori. Il presidente nazionale AGeSC Giancarlo Frare ha ringraziato i Presidenti e i componenti le Commissioni I e XI ‘per aver permesso alle formazioni della società civile, e alle associazioni familiari come la nostra, di esprimere il proprio punto di vista sul disegno di legge in discussione’.

Prendendo spunto dalla premessa alla proposta di legge, considerata un “tentativo di individuare una mediazione e un punto di equilibrio tra la tutela della riservatezza e della libertà dei soggetti coinvolti e le esigenze di monitoraggio ed efficacia di intervento in caso di comportamenti anomali a danno di soggetti deboli e bisognosi di tutela”, tenendo conto che i gestori devono mantenere la libertà di adottare quanto previsto dalla proposta e che i dipendenti devono prestare “il consenso all’installazione delle telecamere per evitare violazioni del diritto alla riservatezza”, ‘riteniamo il provvedimento riduttivo della libertà di insegnamento’ – ha proseguito Frare – .

‘Il dialogo con gestore, insegnanti ed educatori, unito alla condivisione del progetto formativo inserito nel PTOF, risultano fondamentali per la scelta della scuola per i nostri figli. I genitori comprendono dai figli la presenza di situazioni di criticità che, normalmente, vengono affrontate direttamente con insegnanti ed educatrici ed il gestore. A nostro avviso deve spettare al gestore/dirigente o alle associazioni di categoria curare la crescita professionale di insegnanti e educatori. Dunque la formazione continua, come mantenimento dell’alleanza tra insegnanti e minori e tra operatori sanitari e pazienti, è fondamentale per la vita dei diretti interessati e per la serenità delle famiglie coinvolte. Riteniamo che l’intervento per sanare le situazioni patologiche non gestite preventivamente spetti a Forze dell’ordine e Magistratura, con sanzioni che colpiscano anche le omissioni e i mancati controlli in tempi certi. La videosorveglianza non assicura le condizioni per prevenire episodi di violenza e maltrattamenti nei contesti scolastici e non può servire per controllare come gli insegnanti impostano il lavoro educativo. Un sistema di videosorveglianza, anche se accettato dai dipendenti, può risultare una condizione che disincentiva il dialogo delle famiglie con la scuola perché l’esperienza scolastica dei nostri figli non può essere valutata attraverso una telecamera.

I genitori devono essere aiutati a partecipare attivamente alla vita della scuola, a conoscerne e a capirne l’importanza per i loro figli, non a controllarla in base a loro paure, ansie, emozioni. E la Scuola deve sostenere la loro partecipazione, deve volerla concretamente.
Quando i genitori scelgono la scuola per i loro figli valutano il progetto educativo offerto. Un processo che si sviluppa dentro ad un rapporto di reciproca fiducia, nel rispetti dei diversi ruoli e ambiti educativi, tra la prima agenzia educativa, cioè la famiglia, e la Scuola.

Concludendo, richiediamo più attenzione all’applicazione concreta degli strumenti partecipativi delle famiglie alla vita della Scuola e una formazione continua del personale, che deve essere curata in autonomia del gestore che ne risponde direttamente, in termini di qualità del servizio offerto. Attraverso la partecipazione delle famiglie, alla responsabilizzazione dei gestori delle strutture e degli operatori (nel caso della scuola insegnanti ed educatrici) riteniamo che ansie, emozioni e paure possano trovare soluzione. Per le patologie serve altro, come sopra indicato’.

Roma, 2 ottobre 2018

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