Tarzia, pochi 280 milioni per le scuole non statali

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red – ”L’allarme lanciato dal ‘Gruppo di lavoro per la parita’, riguardo la ridotta erogazione dei fondi statali per la scuole paritarie, non va sottovalutato. I 280 milioni di euro stanziati per l’istruzione non statale per gli anni 2012 e 2013, rappresentano una somma troppo esigua per far fronte alle esigenze degli istituti paritari”. Lo afferma in una nota Olimpia Tarzia, presidente della commissione Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università del consiglio regionale del Lazio.

red – ”L’allarme lanciato dal ‘Gruppo di lavoro per la parita’, riguardo la ridotta erogazione dei fondi statali per la scuole paritarie, non va sottovalutato. I 280 milioni di euro stanziati per l’istruzione non statale per gli anni 2012 e 2013, rappresentano una somma troppo esigua per far fronte alle esigenze degli istituti paritari”. Lo afferma in una nota Olimpia Tarzia, presidente della commissione Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università del consiglio regionale del Lazio.

”Le rette pagate dagli studenti – prosegue – non sono sufficienti all’ordinaria gestione della scuola e con un taglio di quasi il 50% ai fondi statali, l’effetto domino sara’ inevitabile, con un conseguente aggravio per le casse dello Stato. Molte scuole rischiano di cessare l’attivita’ e numerosi insegnanti si potrebbero ritrovare di colpo senza lavoro, inoltre, gli istituti statali non riuscirebbero a far fronte alle domande degli studenti provenienti dalle paritarie”.

Per il consigliere regionale ”e’ indispensabile rilanciare quelle politiche che garantiscano una piena liberta’ di scelta educativa e che possano costituire un fondamentale strumento di prevenzione per far fronte anche al fenomeno della dispersione scolastica”.

Un esempio, secondo Olimpia Tarzia, potrebbe essere la proposta di legge in esame nella commissione da lei presieduta che, ”attraverso l’erogazione di buoni scuola finalizzati alla copertura totale o parziale delle spese per l’iscrizione e la frequenza ai corsi ordinari, mira a garantire il diritto di liberta’ di scelta educativa dei genitori, concorrendo agli oneri che gravano sulle famiglie che intendono iscrivere i propri figli alla scuola non statale”.

”Solo attraverso provvedimenti come quello del buono scuola – conclude Tarzia – si riuscira’ a tenere in vita tutto il sistema scolastico pubblico, statale o privato che sia”.

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