Supplenze, 114mila nel 2018/19. Anief: soluzione riapertura GaE

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Comunicato ANIEF – Di emergenza precariato nella scuola cominciano a parlare anche gli altri sindacati: dopo la denuncia dell’Anief, pure le altre organizzazioni, in difesa dei diritti di docenti e Ata, tirano finalmente fuori i numeri della vergogna sulle supplenze annuali assegnate quest’anno: 90.000 quelle del personale docente nell’a.s.2018/19, 114.000 se si considera anche il personale ATA e il personale educativo.

Si tratta di numeri altissimi, destinati a crescere perché le norme sugli anticipi pensionistici al vaglio del governo, in particolare quota 100, prima o poi entreranno in vigore e si prevede che almeno 80 mila docenti e Ata possano lasciare nel volgere di un anno. Considerando l’ostinatezza del Ministero dell’Economia e delle Finanze nel negare le immissioni in ruolo ordinarie proposte dal Miur, l’ultima delle quali di appena circa 27 mila posti, è possibile che a breve il numero di cattedre da coprire con supplenti annuali si avvicini alle 300 mila unità. Per questo, occorre una disposizione straordinaria che metta le cose a posto, quale può essere solo la riapartura delle GaE.

“Come si può pensare che a fronte di una mole così alta di posti vacanti e disponibili, peraltro in difetto perché ne andrebbero aggiunti decine di migliaia oggi collocati nel finto organico di fatto, non utile per trasferimenti ed immissioni in ruolo, si debba procedere ad assunzioni e concorsi di facciata?”: a chiederlo pubblicamente è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che con il suo sindacato rappresentativo ha promosso sul reclutamento prima una serie di emendamenti alla Legge di Stabilità ed in questi giorni anche al  disegno di legge 763, in questo momento all’esame della VII Commissione del Senato.

In particolare, il giovane sindacato autonomo della scuola ha chiesto che “a partire dall’anno scolastico 2019/20” siano “riaperte le graduatorie di cui all’articolo 1, comma 605, lettera c), della Legge n.296 del 27 dicembre 2006” che attraverso apposito “decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da emanarsi entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge”, si disponga “l’inserimento, a domanda, di tutto il personale in possesso di abilitazione, ivi incluso il diploma magistrale conseguito entro l’a. s. 2001/2002 e il diploma tecnico professionale, nonché del personale educativo.”

Il professor Marcello Pacifico spiega che “in questo modo, alimentando l’attuale doppio canale di reclutamento, si riuscirebbe con una sola manovra a stabilizzare il personale precario e nel contempo a garantire quella continuità didattica che tutti invocano, amministrazione e governanti compresi, ma poi nessuno riesce a conseguire, proprio per via dell’alto numero di posti che rimangono liberi pur in presenza di personale selezionato, abilitato e che attende solo di essere assunto. E questo andare, tra l’altro, va palesemente contro l’Ue, considerando anche la procedura d’infrazione n. 2014/4231 pendente presso la Commissione europea”.

“Il nostro obiettivo è permettere a tutto questo personale, con titoli e che in alta percentuale ha già maturato esperienza diretta dietro la cattedra, di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento all’atto del loro aggiornamento. Il tutto non prevede nemmeno spese aggiuntive, considerando che ad oggi questi docenti vengono assunti per circa dieci mesi l’anno, per poi percepire l’assegno di disoccupazione nei periodi di sospensione tra un contratto e l’altro”, conclude il sindacalista autonomo.

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