Supplenti e segreterie, il contratto da firmare e l’iban da comunicare: con calma…Lettera

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Inviato da Marina Corsello – Al nord succede che, quando una scuola chiama, la prima cosa che chiede al docente sono i dati personali e l’Iban, subito il primo giorno. Molto pratici e consapevoli.

Andiamo in Sicilia, terra del mistero. Ti chiama la scuola, ti dice per miracolo in quali classi devi fare supplenza e poi buongiorno e buonasera. Il contratto? Un dettaglio da trascurare perché tanto c’è tempo. Si firma forse per le Calende greche. L’ Iban? Ma si certo c’è anche questo compito noioso da svolgere ma Keep and Calm. Neanche se i soldi li mettessero loro…

Perché non crederò mai che i soldi non ci siano: ce ne sono tanti per i politici, per chi prende lo stipendio fisso, per chi fa progetti che vivono di questo, esistono per questo. I precari? Possono aspettare ovvio, tanto l’affitto/mutuo non lo pagano, non mangiano, non mettono la benzina per andare a scuola per le lezioni e riunioni varie ed eventual e, non respirano.

I sindacati? Dormono sonni tranquilli. Puoi terminare la supplenza alla prima scadenza e prendere la disoccupazione ché forse quella ti arriva. Forse. Una questione di sopravvivenza.

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