Sul dimensionamento scolastico ci si aspetta un cambio di rotta dal ministro Profumo

Di Lalla
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Eugenio Tipaldi* – Signor Ministro, da Lei, noi operatori della scuola, ci aspettiamo un cambio di rotta rispetto alla politica dei tagli indiscriminati operata dal ministro Gelmini in questi sciagurati anni: taglio di finanziamenti alle scuole, taglio di personale.

Eugenio Tipaldi* – Signor Ministro, da Lei, noi operatori della scuola, ci aspettiamo un cambio di rotta rispetto alla politica dei tagli indiscriminati operata dal ministro Gelmini in questi sciagurati anni: taglio di finanziamenti alle scuole, taglio di personale.

In merito al dimensionamento scolastico, è giusto che le scuole per essere riconosciute autonome debbano avere un tetto minimo di 500, anche 600 alunni se vuole. E’ giusto favorire l’istituzione di istituti comprensivi che comprendano scuola primaria e scuola media, per assicurare una migliore continuità educativa.

Ma aggregare i comprensivi a mille alunni- come prevede la famigerata legge n. 11 del 15/7/2011- è una follia, potuta ideare solo da chi non conosce la scuola. I sindacati della scuola si sono accontentati di far calcolare i mille alunni secondo una media regionale, ma si tratta pur sempre di un calcolo di numeri che non tiene conto delle realtà che stanno dietro i numeri.

Le faccio un esempio pratico. Nel distretto 47 di Napoli si dovrebbero aggregare 4 scuole in due comprensivi di oltre mille alunni. Uno di questi comprensivi, il cui nucleo centrale è situato in un quartiere a “rischio” (i Quartieri Spagnoli”) dovrebbe comprendere ben 5 plessi. In questi quartieri a rischio di criminalità organizzata, di dispersione scolastica, in queste scuole dove gli alunni sono spesso disadattati, c’è bisogno della presenza
fisica del dirigente scolastico. Già adesso io faccio fatica a dividermi su due plessi.

Come farebbe un dirigente scolastico in queste realtà a essere presente in 5 plessi?Le scuole diventerebbero trascurate nel migliore dei casi, ingovernabili nel peggiore. Quindi Le chiedo di ripensare a questo nefasta legge (la gradualità serve solo a rimandare il problema).

Se si tratta di risparmiare sui miseri stipendi di dirigenti scolastici e di dirigenti amministrativi (miseri se commisurati ad altre dirigenze pubbliche), vuol dire che siamo alla frutta o che la scure si è rivolta alla parte sbagliata. Io credo a quest’ultima ipotesi. Ci sono ben altri privilegi che potrebbero essere toccati senza che si rendano le scuole ingovernabili! E poi a che serve il nuovo concorso per presidi, se si ritiene il loro ruolo inessenziale o puramente burocratico?

*Dirigente Scolastico dell’IC “Duca D’Aosta” di Napoli

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