Studenti al ministro Barca: Noi vogliamo restare!

Di Lalla
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Rete della Conoscenza – Oggi a L’Aquila durante un incontro con gli studenti il Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca ha dichiarato che la fuga dei cervelli è un problema ma che se l’Italia non riesce a crescere è giusto che i giovani vadano via.

Rete della Conoscenza – Oggi a L’Aquila durante un incontro con gli studenti il Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca ha dichiarato che la fuga dei cervelli è un problema ma che se l’Italia non riesce a crescere è giusto che i giovani vadano via.

Critichiamo fortemente queste dichiarazioni che incentivano i giovani alla fuga dal nostro paese: il ministro ha proseguito il suo intervento esplicitando come anche lui abbia delle figlie all’estero e come fino a quando l’Italia non diventerà un paese migliore lui ritenga giusto che le sue figlie rimangano all’estero.

“Oggi tanti giovani sono costretti a lasciare il nostro paese – dichiara Federico Del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza – per mancanza di servizi e tutele adeguati, siamo sconcertati di come, invece di investire sulle borse di studio e su un sistema universalistico di welfare, il governo preferisca dire agli studenti di abbandonare questo paese”.

Crediamo sia necessario pensare al futuro di una generazione stanziando i fondi necessari per coprire tutte le borse di studio e per un reddito di formazione in grado di garantire una reale indipendenza economica ai giovani.

Inoltre se si vuole costruire un futuro diverso in questo paese per i giovani che hanno studiato tanti anni occorre investire in didattica e ricerca, raggiungendo i livelli di investimento europei, e limitare la situazione di precarietà e insicurezza di questo paese che porta tante studentesse e tanti studenti a fuggire all’estero.

Tutte le attuali politiche di questo governo vanno nella direzione opposta: non solo non mirano a investire sui giovani, ma alzano le tasse sul diritto allo studio e sull’università, propongono una riforma del mercato del lavoro che non riduce le 46 forme contrattuali atipiche e non aumenta le tutele per i precari.

Crediamo sia importante che i giovani restino in questo paese e che si taglino le spese militari e quelle per le grandi opere per poter garantireun futuro in questo paese alle giovani generazioni.

Noi studentesse e studenti non abbiamo le disponibilità economiche e la volontà di andarcene dall’Italia, vogliamo restare e crediamo che ad andarsene debba essere questa classe politica che ha solamente distrutto questo paese e precarizzato il nostro futuro.

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