Stipendio, Anief: salario minimo di cittadinanza per dipendenti pubblici

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Comunicato ANIEF – Il giovane sindacato chiede di dirottare 4,8 dei 6,8 miliardi previsti nel Fondo per il reddito minimo di cittadinanza ai 3,3 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione, al fine di ancorare i loro stipendi base all’inflazione cresciuta nell’ultimo decennio di 4,5 punti rispetto agli aumenti preventivati. I 540 euro lordo Stato e lordo dipendente, infatti, già previsti dalla stessa manovra economica per il 2019, pur sbloccando l’indennità di vacanza contrattuale, non tengono conto dell’aumento del costo della vita registrato dal 2010. Con tale modifica, scrive il sindacato nella motivazione della modifica di cui si è fatto tramite, “si dispone il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 20%”.

È possibile visualizzare tutti gli emendamenti proposti da Anief.

Introdurre per i dipendenti pubblici il salario minimo di cittadinanza allineato all’inflazione: a chiederlo è il sindacato Anief, attraverso degli specifici emendamenti agli articoli 21 e 34 della Legge di Bilancio in queste ore all’esame finale delle commissioni della Camera, prima dell’esame dell’Aula previsto per fine mese: nel testo proposto dal giovane sindacato, si chiede in particolare il “riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 12%”, con la copertura finanziaria “garantita dalle risorse stanziate dal Fondo per il reddito di cittadinanza”.

“Il nostro obiettivo giovane – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è quello di utilizzare 4,8 dei 6,8 miliardi previsti nel Fondo per il reddito minimo di cittadinanza per i compensi ridicoli oggi assegnati ad oltre tre milioni di lavoratori pubblici ad iniziare da quelli della scuola che percepiscono gli stipendi più bassi d’Europa dopo la Grecia e i Paesi dell’Est e che in base ai recenti dati Aran risultano addirittura mediamente in calo”.

“Abbiamo presentato questo emendamento – continua il sindacalista autonomo – perché sarebbe importante, vista la gravità della situazione, che gli stipendi base dei dipendenti statali vengano almeno allineati all’inflazione, cresciuta nell’ultimo decennio di 4,5 punti rispetto agli aumenti preventivati. I 540 euro lordo Stato e lordo dipendente, infatti, previsti per il 2019, pur sbloccando l’indennità di vacanza contrattuale, non tengono conto dell’aumento del costo della vita registrato dal 2010: la nostra proposta, in pratica, permetterebbe di riallineare gli stipendi attraverso l’integrale recupero del tasso di inflazione IPCA reale certificato dall’Istituto nazionale di Statistica”.

Tale concetto è stato espresso anche nelle motivazioni dell’emendamento all’articolo 21, nella parte in cui si dichiara che “rispetto al blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione”, con tale modifica, “si dispone il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 20%”.

Gli aumenti prodotti e non nell’ultimo decennio sugli stipendi dei dipendenti pubblici, sulla base l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione Europea:

 

ANNO IPCA AUMENTI
2008 1,7  
2009 0,7  
2010 1,5 0
2011 2,0 0
2012 1,5 0
2013 1,5 0
2014 0,2 0
2015 0,2 0
2016 0,2 0,36
2017 1,2 1,09
2018 1,0 3,48
  9,3 4,93
  ·         4,4  
2019 1,4 1,3
  ·         0,1  
2020 0,7 0,35
2021 0,6 0,30

 

  • 4,5%: su uno stipendio di 32.500 euro comporterebbe l’aumento di 1.462,50 euro, ovvero quasi il triplo rispetto ai 520 euro previsti per 3,3 mln di dipendenti pubblici. Per realizzare l’operazione, però, servono dalla legge di Bilancio circa 4,8 miliardi di euro

GLI EMENDAMENTI ANIEF SUL SALARIO MINIMO DI CITTADINANZA:

DISEGNO DI LEGGE

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021

AC n. 1334

Emendamenti ANIEF

ART. 21

(Fondi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza e per la revisione del sistema pensionistico)

I

All’articolo 21, comma 1, aggiungere il seguente periodo: “Il fondo di cui al comma precedente serve anche a garantire, nei rinnovi contrattuali previsti per i dipendenti e dirigenti del pubblico impiego di cui all’articolo 34 della presente legge, l’allineamento del salario minimo al tasso annuo di inflazione reale, certificato dall’Istat e accertato dal Ministero dell’Economia e Finanze.”

Motivazione [Salario minimo garantito nei rinnovi contrattuali]: rispetto al blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione si dispone il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 20%. La copertura finanziaria è garantita dalle risorse stanziate dal Fondo per il reddito di cittadinanza.

ART. 34

(Rinnovo contrattuale 2019-2021)

VII

All’articolo 34, comma 1, al termine del periodo, aggiungere il seguente testo: “Tali importi sono incrementati per disporre anche per il triennio 2016/2018 ulteriori aumenti contrattuali al netto di quelli eventualmente già disposti, per allineare il salario minimo al tasso annuo di inflazione reale, certificato dall’Istat. Agli oneri derivanti si provvede attraverso l’utilizzo delle risorse stanziate nel Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 1, dell’articolo 21 della presente legge”.

Motivazione [Salario minimo garantito nel triennio 2016/2018]: rispetto al blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione si dispone il riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale, del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 12%. La copertura finanziaria è garantita dalle risorse stanziate nel Fondo per il reddito di cittadinanza di cui all’articolo 21.

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