Stipendio, ad aprile aumento per mancato rinnovo CCNL. Anief: servono aumenti veri

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Comunicato ANIEF – Monta la polemica per il costo eccessivo sulla flat tax, pari a 60 miliardi di euro, che la Lega vorrebbe estendere a tutte le famiglie italiane: l’ultima legge di bilancio ha infatti permesso ai titolari delle partite Iva fino a 65 mila euro di pagare un 15% forfettario di tasse e dal 2020 i professionisti con ricavi tra i 65 e i 100 mila euro potrebbero rientrare in una seconda aliquota pari al 20%, ma ora il vicepremier Matteo Salvini ha ventilato l’ipotesi di una flat tax allargata ai lavoratori dipendenti.

Per Anief i dipendenti statali non possono rimanere legati ad un progetto di legge ancora tutto da definire. Perché il tempo passa e il contratto sottoscritto un anno fa è scaduto a dicembre 2018. E gli 85 euro di aumento medio lordo sono stati già divorati dall’inflazione. Marcello Pacifico (Anief): Basta promesse, servono aumenti veri.

Cresce l’attenzione sulla flat tax. Secondo la simulazione effettuata dal ministero delle Finanze, riportata oggi dal Corriere della Sera, la “tassa piatta” riguarderebbe circa 16,4 milioni di famiglie con un vantaggio medio familiare di circa 3.600 euro. Due le aliquote previste nella simulazione: il 15% fino a 80 mila euro di reddito e il 20% per i redditi eccedenti tale soglia. Del costo totale della misura, il peso della clausola di salvaguardia sarebbe di 4,4 miliardi di euro.

In attesa di comprendere come reagirà il parterre politico di maggioranza parlamentare alla proposta del vicepremier Matteo Salvini, Anief sostiene che la flat tax per i lavoratori pubblici potrebbe finalmente muovere in modo sostanzioso i salari di oltre tre milioni di lavoratori, di cui un terzo appartenenti alla scuola. Tuttavia, anche alla luce delle perplessità espresse dal Movimento 5 Stelle, i dipendenti statali non possono rimanere legati ad un progetto di legge ancora tutto da definire. Perché il tempo passa e il contratto sottoscritto un anno fa è scaduto a dicembre 2018. E gli 85 euro di aumento medio lordo sono stati già divorati dall’inflazione, considerando che pure dopo gli incrementi il costo della vita continuava comunque a sovrastare i salari degli statali di oltre il 5% visto che 8 punti percentuali sono stati accumulati tra il 2007 e il 2015.

IL MINI AUMENTO IN ARRIVO

L’unica buona notizia è che dal mese prossimo, proprio perché non è stato rinnovato il contratto, per tutti i dipendenti pubblici arriverà un piccolo aumento: come indicato dalla normativa vigente, scrive oggi Orizzonte Scuola, la legge di bilancio ha previsto che, qualora entro il mese di aprile dell’anno seguente alla scadenza del CCNL non si sia ancora provveduto al rinnovo, è riconosciuto un anticipo dei benefici che saranno ottenuti con la stipula del Contratto medesimo, ai sensi dell’articolo 47-bis del D.lgs. 165/01. Si tratta della cosiddetta indennità di vacanza contrattuale (IVC) pari allo 0,42 per cento dal 1° aprile 2019 al 30 giugno 2019 e dello 0,7 per cento a decorrere dal 1° luglio 2019.

Solo che l’indennità di vacanza contrattuale sarà calcolata non sull’intera retribuzione ma sulle sole voci stipendiali, quantificate in media per il settore statale in 25.184 euro l’anno: applicandola, si arriva ad un aumento di 8 euro a partire dal 1° aprile 2019, che può arrivare a 13–14 da luglio 2019 (sempre che nel frattempo non si giunga alla firma di un nuovo contratto): tale possibilità, tuttavia, è oggi da scartare al 100 per cento, considerando che l’impegno finanziario necessario, nell’ordine dei miliardi di euro, deve passare necessariamente per una nuova manovra economica; quindi se ne riparlerebbe non prima del gennaio 2020. 

Tutti i dipendenti pubblici, quindi, si devono fermare alla comunicazione di NoiPA, il portale dalle pubblica amministrazione, che ha comunicato l’erogazione, a partire dallo stipendio di aprile, dell’indennità di vacanza contrattuale: “Come previsto dall’art. 1, comma 440 della legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019), nelle more della definizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e dei provvedimenti negoziali riguardanti il personale in regime di diritto pubblico relativi al triennio 2019-2021, a favore del personale amministrato da NoiPA verrà erogata l’indennità di vacanza contrattuale a partire dal cedolino del mese di aprile, aumentata a partire dal mese di luglio 2019”, ha scritto il portale gestito dal Mef.

Nel frattempo, anche le forze di opposizione continuano a parlare di stipendi. Soprattutto degli insegnanti. Ieri è toccato a Nicola Zingaretti, nuovo segretario del PD, che parlando all’assemblea del Partito Democratico si è soffermato sull’aumento dei salari per maestre e maestri, nonché sull’idea di tenere le scuole aperte di pomeriggio in tutti i quartieri. Zingaretti, dopo avere spronato i suoi affermando che è necessario che il PD si rimetta in cammino e che, come partito “non è finito”, ha fatto intendere di avere a cuore la questione degli stipendi dei docenti italiani davvero troppo indietro rispetto all’Europa.

QUANTO PERDONO I DIPENDENTI

Solo pochi giorni fa è stato calcolato che ammonta a mille euro il potere d’acquisto negli ultimi sette anni persi dai lavoratori italiani, mentre nello stesso periodo in Germania e Francia sono invece saliti. Entrando nel dettaglio, ha scritto La Repubblica sul rapporto nazionale della Fondazione Di Vittorio, nella nostra Penisola dal 2001 al 2017 c’è stata una sostanziale “stazionarietà” dei salari, mentre dal 2010 al 2017 si è verificata una perdita di 1.059 euro, circa il 3,5 per cento. Basta dire che se nel 2010 la retribuzione media in Italia era di 30.272 euro nel 2017 è scesa a quota 29.214. Così, possiamo comprare mille euro di beni e servizi in meno.

Anief ricorda che in Germania un maestro della primaria tedesco appena assunto percepisce 46.984 euro di media, fino a superare i 62 mila euro prima di andare in pensione, mentre in Italia nessun docente supererà mai 34 mila euro; alle scuole medie, il collega tedesco sfiora i 53 mila euro all’inizio e i 70 mila euro a fine carriera; alle superiori, infine, si vede assegnare 53 mila euro come primo stipendio da neo-assunto (20 mila più dei nostri) e 76.770 euro come stipendio massimo: quasi il doppio rispetto ad un docente delle superiori non va oltre ai 39 mila euro annui. Realtà economiche non molti differenti vivono gli insegnanti di Austria, Olanda, Norvegia. Per non parlare del Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia Europea, dove lo stipendio di un docente è quasi cinque volte più alto, ben al di sopra dei 100 mila euro l’anno.

A ribadirlo, di recente, sono stati anche i ricercatori Istat, con uno studio sulla contrazione dell’economia italiana, che ha prodotto un arretramento dello 0,2% nel quarto trimestre 2018. I dati pubblicati erano in linea con il rapporto annuale Eurodyce “Teachers’ and school heads’ salaries and allowances in Europe 2016/17 di soli pochi mesi fa.

MARCELLO PACIFICO (ANIEF): SERVONO AUMENTI VERI

“Gli stipendi dei docenti e Ata della scuola continuano ad essere i più bassi della pubblica amministrazione: ben venga la nostra battaglia legale per il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2015-2018, al fine da recuperare almeno il 50% del tasso Ipca non aggiornato dal mese di settembre 2015. Oltre che rivendicare migliaia di euro per i mancati arretrati, vista l’irrisorietà di quelli corrisposti ad aprile con una quota forfetaria indecente. Lo Stato non dovrebbe essere portato in tribunale per dare questi soldi”.

“Più di tre milioni di dipendenti pubblici non possono attendere ancora: la Ministra Giulia Bongiorno ci convochi, anche ratificando la rappresentatività Anief e si parta da aumenti veri: 200 euro a dipendente, più gli arretrati che mancano. Certo, servono le risorse, ma come sono state trovate per il reddito di cittadinanza verranno reperite pure per questa necessità impellente. E non si pensi di distogliere l’attenzione puntando sull’incostituzionale progetto di regionalizzazione l’istruzione, che creerebbe solo ulteriore ricchezza a chi già è ricco”.

Anief ribadisce il consiglio ai dipendenti pubblici, a partire da docenti e Ata, di ricorrere in tribunale per il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2015-18, in modo da recuperare almeno il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015. Il giovane sindacato, inoltre, intende battersi per il recupero di migliaia di euro per i mancati arretrati, vista l’irrisorietà di quelli corrisposti dal mese di aprile 2018. Tutti i lavoratori della PA interessati al ricorso contro gli aumenti stipendiali miserevoli possono ancora chiedere il modello di diffida al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@anief.net

STIPENDI EUROPEI DELLA SCUOLA

Grado  Primaria inizio Primaria fine Media inizio Media fine Superiore inizio Superiore fine
Italia 23.051 33.884 24.489 37.211 24.489 38.901
Olanda 34.760 54.726 36.891 54.726 36.891 75.435
Austria 34.595 62.710 34.595 62.710 34.595 71.377
Norvegia 40.066 47.196 40.066 47.196 50.317 52.214
Germania 46.984 62.331 52.818 69.353 53.076 76.770
Lussemburgo 110.718 153.120 110.718 153.120 110.718 153.120

Ufficio Studi Anief su ultimi dati Eurydice compensi docenti europei (a.s. 2016/17)

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