Stabilizzazioni o nuove assunzioni, serve chiarezza

Di Lalla
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Gianfranco Palmariggi – Alla scuola pubblica serve la “stabilizzazione” del precariato oppure una nuova “assunzione” di personale? La differenza non è di poco conto.

Gianfranco Palmariggi – Alla scuola pubblica serve la “stabilizzazione” del precariato oppure una nuova “assunzione” di personale? La differenza non è di poco conto.

A questo punto serve un po’ di chiarezza: la "STABILIZZAZIONE" riguarda tutto il personale precario – i cosiddetti “precari storici”- che lavorano quasi ininterrottamente, da circa 20 anni, con contratti a tempo determinato fino al 30 giugno o 31 agosto, per ogni anno scolastico. Proprio per tale categoria bisognerebbe richiedere un piano programmato che porti alla “stabilizzazione” del posto di lavoro che elimini, una volta per tutte, la ormai non più tollerabile piaga del precariato.

Per chi non ha mai lavorato nel mondo della scuola – o ha iniziato a fare solo piccole supplenze brevi- e spera di abilitarsi con gli annunciati T.F.A. – o tramite nuovo concorso – bisognerebbe richiedere un nuovo piano di "ASSUNZIONI".

La "stabilizzazione", giusto per ricordarlo, potrà avvenire anche a "costo zero" visto che riguarda il personale che è già in servizio, quindi regolarmente retribuito. Le “assunzioni", invece, avranno bisogno di una nuova copertura finanziaria, per coprire il nuovo capitolo di spesa.

Governo, partiti politici e sindacati dovranno decidere, a breve, quale strategia adottare.

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