Specializzazione corso sostegno, Verga (Uil): costi variabili nelle Università

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Verga (Uil Scuola): “Iscrizione al corso di specializzazione per il sostegno a costi variabili: un’incomprensibile ingiustizia”.

 “Non si comprende come mai, fatta salva l’autonomia di ciascuna università, coloro i quali supereranno le prove preselettive per l’accesso al corso di specializzazione per insegnare sostegno dovranno sostenere costi diversificati a seconda dell’Università dove produrranno la domanda di partecipazione.
Vero è che parliamo di poche centinaia di euro di differenza, ma è altrettanto vero che parliamo di sole tre università in Puglia, il che rende la questione inspiegabile, oltre che ovviamente ingiusta”.
Sono le dichiarazioni di Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola di Puglia, che continua.
“Nonostante all’università di Foggia il Miur abbia attribuito il maggior numero di posti (600), la stessa università fa pagare 2.816 euro, mentre per l’università del Salento, con soli 200 posti disponibili, la spesa sarà inferiore, pari a 2.600 euro. A Bari, infine, a fronte di 440 posti, la tassa d’iscrizione sarà di 2.800 euro.  Sono differenze incomprensibili, a maggior ragione se si pensa che mentre l’università del Salento, la meno costosa, suddivide il versamento in tre rate, quelle di Bari e Foggia, invece, in due rate”.
“Come al solito – conclude Verga – a farne le spese sono i poveri disoccupati che dopo anni di studi si ritrovano a dover far fronte a una spesa non del tutto trascurabile. Mentre da una parte si parla di reddito di cittadinanza, dall’altra non si tiene conto che questi corsi servono a risolvere un problema della scuola pubblica pugliese in cui mancano oltre tremila docenti specializzati. Invece, si pensa a ‘reperire risorse’, se consideriamo che 2.800 euro moltiplicati per 600 danno la considerevole cifra di 1 milione e 680 mila euro. Una cifra esorbitante, rispetto alla quale avrebbe dovuto esserci un intervento statale per limitare le spese. A queste risorse, inoltre, si aggiungeranno quelle che gli aspiranti verseranno per partecipare alle prove di ammissione, pari a 100 euro pro capite da moltiplicare per le migliaia di persone che presenteranno le domande entro il 23 marzo 2019.
Auspichiamo, in tal senso, un intervento immediato del Miur mirato a porre rimedio a questa incredibile e dannosa ingiustizia”.

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