Sostegno. PSP, una rete di 60 movimenti sciopera il 17 marzo

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I Partigiani della Scuola Pubblica e la “rete dei 60 movimenti per il sostegno” (composta da associazioni per la disabilità, famiglie, comitati di genitori, gruppi docenti, gruppi operatori, professionisti), dopo aver letto la delega consistente nello “Schema di Decreto Legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, comunemente conosciuta come “la delega sul sostegno”, chiedono che sia immediatamente ritirata o, in subordine, totalmente emendata per tutelare il Diritto all’Istruzione degli alunni con disabilità.

 La rete, pertanto, aderisce allo sciopero del 17 marzo indetto dai Sindacati di base (Cobas Unicobas e USB) per contrastare le leggi delega.

La necessità di questa risposta spontanea, proveniente dal basso – da chi la disabilità la vive nel quotidiano – ha portato in pochissimi giorni 60 movimenti, tra associazioni e comitati delle diverse categorie coinvolte, a volere unire le forze a Palermo il 28 e il 29 Gennaio prossimo, per elaborare un documento comune, con cui chiedere di emendare la nuova riforma sul sostegno. Successivamente la rete ha organizzato per il 24 febbraio un importante seminario di formazione a Roma, a cui sarà invitata la Ministra.

A distanza di quasi due anni dall’entrata in vigore della Legge 107/2015 nessuna “legge delega” è stata resa nota agli addetti ai lavori. Non vi è stato alcun confronto con la base, rappresentata dai genitori degli studenti e dai lavoratori del comparto della scuola quali insegnanti, assistenti alla comunicazione, assistenti all’autonomia e igienico personali, gli ATA o gli stessi Dirigenti Scolastici. Noi respingiamo l’idea di scelte calate dall’alto e miriamo alla condivisione di decisioni che riguardano centinaia di migliaia di persone.

Le deleghe previste dalla 107 sono effettivamente illegittime perché sono deleghe in bianco senza una puntuale determinazione dei “ principi e dei criteri direttivi”

Ma anche i decreti legislativi  quando saranno formalmente adottati , si devono ritenere illegittimi perché nei termini per l’esercizio della delega non sono stati formalmente adottati previo il pare della Commissione unificata e delle Commissioni permanenti; il CDM del 14 gennaio difatti ha approvato  soltanto degli schemi  che, a delega scaduta, dovrebbero essere perfezionati con i prescritti pareri.

In sostanza dopo la caotica applicazione della parte precettiva della L. 107, il Governo continua nella sua logica autoreferenziale  e nella sua disinvolta violazione delle regole costituzionali   

Poi c’è un altro aspetto da considerare: Laddove gli alunni siano certificati nei primi due anni dei cicli quinquennali (primaria, ex elementare, e secondaria di secondo grado) o nel primo anno dei cicli triennali (infanzia e secondaria di primo grado, ex scuola media), i posti di sostegno dovrebbero essere assegnati in organico di diritto e non in organico di fatto

Questa è una proposta a costo zero, e che senz’altro garantirebbe la presenza degli insegnanti per un tempo più lungo di quanto avviene attualmente, con i posti assegnati spesso a supplenti che cambiano annualmente o addirittura più volte durante l’anno scolastico.

Riscontriamo gravi e inaccettabili passi indietro per gli alunni con disabilità. Uno tra questi, ad esempio, è negare loro il diritto di conseguire il diploma di licenza media sostenendo prove differenziate, introducendo, invece, il concetto di equipollenza, finora valido solo nella scuola secondaria di secondo grado. E si va in controtendenza con la delega esami di stato che ammette gli studenti normodotati che abbiano raggiunto la media del 6 ed esclude gli studenti con disabilità dalla possibilità di prendere la licenza media, usando il pugno duro con questi ragazzi.

Ma sorge il dubbio che sia stata fatta un po’ di confusione, poiché l’enunciato che troviamo nello “Schema di Decreto”, nella parte relativa all’Esame di Stato del Secondo Ciclo (già Esame di Maturità), risulta per i candidati con disabilità più aperto di quello del primo ciclo.

In sostanza, per il Secondo Ciclo si dice che le prove differenziate sono in ogni caso valide per il rilascio del diploma, mentre nel Primo esse hanno valore solo se equipollenti. Ma attualmente è proprio il contrario: è nel Secondo Ciclo che l’esame è valido per il diploma solo se eventuali prove personalizzate sono giudicate equipollenti dalla Commissione, mentre lo è sempre nel Primo. Questo, in effetti, fa ipotizzare che tutto sia dipeso da un’inversione in fase di redazione, anche se la probabilità di errori a questi livelli risulta alquanto strana.

Nel testo viene riformulato anche il modo di assegnare le ore di sostegno agli studenti. Esse saranno decise dai Git (gruppi di inclusione territoriale) formati da dirigenti tecnici, presidi e docenti.

I Git sono istituiti per ogni ambito e decideranno anche per i disturbi specifici d’apprendimento.

Inoltre, per avere la disabilità certificata, le famiglie dovranno fare domanda all’Inps e una commissione verificherà il disagio per poi effettuare la valutazione funzionale.

Il PDF scompare e PEI diventa di competenza esclusiva della scuola, come il PDP per i DSA, e agli operatori socio sanitari è attribuito solo un ruolo di “collaborazione”, analogo a quello dei genitori.
La sanità è coinvolta fino alla valutazione diagnostico-funzionale, poi cessa ogni funzione e responsabilità.

La doppia paternità della programmazione, con scuola e servizi che “congiuntamente” prendono le decisioni più importanti, è fin dal 1994, con l’Atto di Indirizzo, uno dei cardini del nostro sistema di integrazione scolastica e il rischio di autoreferenzialità della scuola lasciata sola diventa in questo modo altissimo.

Insomma il ddl cancella di fatto i diritti fondamentali così come previsti e conosciuti fino ad ora dalla legge quadro 104 del 1992.

In breve, questa delega mette in discussione i diritti e la dignità sia degli studenti disabili sia delle loro famiglie e indebolisce la Legge 104/1992; contemporaneamente, essa lede anche i diritti e la dignità dei docenti di sostegno, che – già fortemente provati da una stagione caratterizzata da grande confusione e palesi discriminazioni insite nella Legge 107/2015 stessa – per anni si sono formati per questo lavoro e sono gli unici deputati a farlo.

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