Sostegno: è importante specializzarsi, ma poi il Miur deve assumerci. Lettera

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Ginevra Marcato – Ho iniziato a lavorare nella scuola primaria nel 2007 con il solo diploma magistrale, senza esperienza ma con tanta buona volontà. Spesso si dice che chi lavora sul sostegno lo faccia per ripiego e per la disponibilità di posto che ancora “purtroppo” aumenta.

Beh, per me non è stato proprio così. Per fare punteggio mi sono trasferita da Roma in provincia di Treviso e lì sono stata chiamata su un posto di sostegno che nessuno voleva coprire, perché su un caso particolarmente difficile.

Ammetto che la mia inesperienza mi ha fatto pensare tantissime volte: “Sarò all’altezza?”. Poi però a quel sottile senso di impotenza si univa l’amore e la buona volontà…e il pensiero di voler far bene il mio lavoro. Ho cambiato pannoloni, ho imboccato, ho affiancato l’AEC ed insieme abbiamo scoperto un amore sconfinato per il nostro lavoro che ci ha cambiate e ci ha fatte crescere entrambe. Mi ricordo di aver pensato tantissime volte che avrei voluto fare quel lavoro e nessun altro!

I bambini, soprattutto quelli più in difficoltà, hanno bisogno di punti di riferimento, di empatia e di tanta serenità. Così a 40 anni suonati ho poi deciso di prendermi una seconda laurea e di specializzarmi sul sostegno grazie a Scienze della formazione primaria. Ho sostenuto il test di ammissione, ho seguito tante lezioni con frequenza obbligatoria, mi sono documentata e soprattutto ho studiato.

Non contenta ho deciso di formarmi anche dopo l’università con master da 400, 600 e 1500 ore. Ho seguito corsi sulla disabilità ed ho cominciato finalmente a vivere il mio lavoro con una consapevolezza diversa: finalmente con i mezzi adeguati per superare situazioni difficili e per condividere con le famiglie il lavoro intrapreso. Nel mio percorso lavorativo ho incontrato tante persone non specializzate che hanno lavorato cercando di dare il meglio, ma rimango dell’avviso che non basta la buona volontà, bisogna specializzarsi!

Specializzarsi significa soprattutto garantire continuità e poter gestire un percorso didattico stabilito e concordato tra docenti dello stesso team, equipe medica e genitori. Da quando lavoro (e giustamente), i genitori hanno sempre richiesto personale qualificato alla scuola, proprio perché la specializzazione prevede un percorso di studio e di preparazione diversa rispetto ad un docente che non la possiede. Sinceramente sono stupita dalla realtà che ancora dobbiamo vivere : siamo docenti specializzati che hanno superato prove concorsuali per acquisire questo titolo…e allora cosa aspetta questo governo a stabilizzarci?Deve cercare personale non qualificato e posizionarlo su posti di sostegno quando c’è un’apposita graduatoria alla quale attingere che ha al suo interno docenti specializzati che rischiano di non lavorare

? Lo ripeto: essere insegnanti di sostegno significa voler svolgere questo lavoro perché si crede fermamente in ciò che si fa!Certo esistono delle eccezioni in ogni ambito lavorativo, ma io sto parlando della maggioranza dei docenti che invece credono in ciò che hanno scelto di fare. Diciamolo alle famiglie con bambini disabili che i loro figli verranno affiancati da persone non qualificate solo per occupare posti comodi a chi vuole insegnare vicino casa! Io come tanti colleghi plurititolati dico BASTA!!!

Vogliamo lavorare e vogliamo essere stabilizzati perché è un nostro diritto ed abbiamo studiato tanto per ottenerlo! La disabilità dovrebbe avere una corsia preferenziale…ma si sa…le cose ovvie in Italia non sono mai scontate!

Testimonianza di una docente di sostegno della scuola primaria.

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