S.N.I.S. Le classi dove sono inseriti alunni diversamente abili hanno diritto ad un docente specializzato di alto profilo professionale, non uno qualunque

Di Lalla
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Prof. Andrea Iuliano – Negli ultimi giorni, da molte parti arrivano assicurazione circa l’esiguo numero di docenti in esubero interessati ai corsi di sostegno, a loro riservati, di cui al dm n°7 del 16 aprile scorso. Precisiamo che la nostra contestazione risiede nel metodo adottato, non abbiamo nulla da obiettare ai docenti in esubero. Restiamo, invece, profondamente contrari al metodo adottato, alla riduzione del percorso previsto dal decreto, nonché per il costo a carico della collettività. Non condividiamo il percorso semplificato ad essi riservato, in quanto, lo stesso Ministero dell’Istruzione nel passato ha preteso per circa centomila docenti di sostegno attualmente in servizio nelle scuole statali di ogni ordine e grado la seguente formazione:

Prof. Andrea Iuliano – Negli ultimi giorni, da molte parti arrivano assicurazione circa l’esiguo numero di docenti in esubero interessati ai corsi di sostegno, a loro riservati, di cui al dm n°7 del 16 aprile scorso. Precisiamo che la nostra contestazione risiede nel metodo adottato, non abbiamo nulla da obiettare ai docenti in esubero. Restiamo, invece, profondamente contrari al metodo adottato, alla riduzione del percorso previsto dal decreto, nonché per il costo a carico della collettività. Non condividiamo il percorso semplificato ad essi riservato, in quanto, lo stesso Ministero dell’Istruzione nel passato ha preteso per circa centomila docenti di sostegno attualmente in servizio nelle scuole statali di ogni ordine e grado la seguente formazione:

• inizialmente, corsi di specializzazione biennali per ogni ordine e grado;
• successivamente, laurea in scienze della formazione primaria per la scuola dell’infanzia e primaria, corsi di 400 post SISS e di 800 ore per coloro inserito nelle G a E.

I docenti che hanno frequentato i corsi elencati in precedenza, previa selezione pubblica, hanno dovuto sostenere costi onerosi, e non ci sembra giusto che colleghi in esubero per conseguire la stessa tipologia di titolo debbano usufruire di un trattamento di favore soltanto perché dipendenti a T.I..

Tra l’altro, gli stessi colleghi ai quali è stato riservato un trattamento di favore, nel prossimo anno scolastico saranno utilizzati su cattedre in organico di fatto, ridimensionando le opportunità di lavoro ai docenti precari.

Ho letto di tutto in proposito, addirittura i corsi destinati agli insegnanti tecnico pratici, previsti dal dm n°7 del 16 aprile 2012, sarebbero giustificati perché anche presso le SISS sono stati attivati per il passato corsi di 400 ore, dimenticandosi di evidenziare che il titolo di specializzazione conseguito presso le SISS prevedeva il possesso di laurea, superamento della selezione per l’accesso alla scuola di specializzazione, frequenza di due anni al corso di specializzazione, in ultimo accesso al terzo anno di corso per ulteriore 400 ore per il conseguimento del titolo di sostegno. Nel caso in cui i colleghi che si accingono a specializzarsi fossero in possesso degli stessi requisiti, non abbiamo nulla da obiettare.

Lo stesso documento apparso su OrizzonteScuola il giorno 03/05/2012 faceva riferimento anche all’art. 33 della Costituzione, richiamando il nobile intento della libertà dei docenti riguardo alla scelta della metodologia per il raggiungimento degli obiettivi dell’insegnamento, senza specificare che la scelta va effettuata nell’ambito delle competenze possedute, cioè, avendone titolo.

Per le motivazioni espresse in precedenza, abbiamo chiesto un incontro presso in Ministeri dell’Istruzione per ridiscutere il dm del 16 aprile per la ricerca di una ricollocazione diversa per i docenti in esubero. Chiediamo inoltre, alle O.S. più rappresentative di rivedere la loro posizione e di ridiscutere la ricollocazione dei docenti in questione, attraverso una soluzione condivisa, ma, soprattutto per non sminuire le aspettative degli alunni diversamente abili, i quali, si sentono feriti nella loro dignità, avvertono la precarietà di quella conquista di civiltà che ci ha contraddistinti in Europa per trent’anni.

Restiamo comunque in attesa di conoscere le ragioni che hanno impedito ai colleghi, attualmente in esubero, di non investire sulla propria professionalità per consolidare le proprie competenze e per quale motivo, a noi incomprensibile, debba essere penalizzato chi lo ha fatto.

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