S.N.I.S.: “Chi sale e scende le scale dei tribunali alla fine, diventa avvocato. Disse Pulcinella!”

Di Lalla
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red – Pubblichiamo, a conclusione degli interventi S.N.I.S – ADIDA, la risposta di Andrea Iuliano, responsabile nazionale del Sindacato Nazionale Insegnanti di Sostegno.

red – Pubblichiamo, a conclusione degli interventi S.N.I.S – ADIDA, la risposta di Andrea Iuliano, responsabile nazionale del Sindacato Nazionale Insegnanti di Sostegno.

Andrea Iuliano (Sindacato Nazionale Insegnanti di Sostegno). –  Di solito non è mia abitudine polemizzare, e neanche in quest’occasione vorrei farlo, devo perché l’associazione ADIDA vuole farmi dire ciò che non ho detto, quantomeno non l’ho deciso io.

La collega Francesca Montuori ha probabilmente mal interpretato le mie dichiarazioni, nelle quali il sottoscritto ha parlato esclusivamente di competenze e di diritto degli alunni diversamente abili, previsti dalla Carta Costituzionale e dalla legge quadro 104 del 1992, riconosciuta in tutto il mondo come un atto di civiltà.

Ho notato che la collega insegna scienze dell’alimentazione e probabilmente siamo entrambi laureati in biologia, mi sorprende che non abbia notato che le competenze teoriche si acquisiscono attraverso lo studio delle singole discipline previste dal corso di laurea, i quali associate a un periodo di esperienza pratica conferiscono al soggetto specifiche competenze professionali. Ecco, questo è quello che hanno fatto circa 180.000 docenti specializzati per le attività di sostegno sostenendo, tra l’altro, il costo oneroso della formazione di tasca propria.

Mi sorprende e mi dispiace che si sia confuso la competenza con il saper fare, l’obiettivo del legislatore era ed è quello di assicurare il massimo della professionalità agli alunni diversamente abili, contrariamente non ci fosse stato bisogno di costringere tantissimi colleghi di sprecare tante risorse economiche.

Poichè poi, al periodo d’insegnamento senza il possesso della prescritta abilitazione, anche il sottoscritto l’ha fatto, come potrei mai dimenticare i quattro anni da pendolare tra Aversa e Roma, come potrei dimenticare la grande conquista del sindacato per ottenere un percorso abilitante riservato per tutti i docenti di sostegno, ai quali era stata concessa la possibilità di conseguire la specializzazione ma non l’abilitazione.

Parliamo, gentile collega, della legge 143 del 2005, una conquista dello SNIS, e se mi è consentito anche del sottoscritto, riuscimmo ad ottenere un disegno di legge il (2529) dal precedente Governo Berlusconi, divenuto poi DL 97 convertito in legge 143 dal Parlamento. In quell’occasione il sottoscritto pretese, contro la volontà di moltissimi docenti di sostegno, di estendere il provvedimento anche ai docenti non specializzati, in quanto, convinto che il diritto all’abilitazione fosse di tutto e non soltanto di una parte. A prova di tutto ciò esistono atti Parlamentari che lo dimostrano e la testimonianza di sessantacinque Parlamentari di maggioranza e di opposizione che sottoscrissero un ordine del giorno accolto in nome del Governo dall’allora Ministro Moratti. Molte altre cariche istituzionali potrebbero testimoniare la nostra conquista, ma non sembra il caso di metterci a elencare i meriti, non è mio costume ne la sede adatta. A parte questo piccolo sfogo, credo di aver agito correttamente e che l’atteggiamento avuto non si presta a interpretazione discutibile, quantomeno di non essere additato come chi ostacola i colleghi non abilitati.

Per quanto riguarda i diritti degli alunni diversamente abili, resto sempre più convinto che vengono prima degli interessi dei docenti, abilitati e non, e siccome sono previsti da leggi dello stato e dalla Costituzione, crediamo che i dirigenti scolastici abbiano l’obbligo di espletare ogni tentativo possibile pur di assicurare un docente specializzato alla classe dove è inserito il discente disabile. Continuo a sostenere che i genitori, o chi per loro debbano sincerarsi se effettivamente è stato soddisfatto ogni tentativo da parte del dirigente, prima di nominare su posti di sostegno docenti senza alcuna connotazione professionale specifica. Oltretutto, tra l’altro, con la CM 245 del 2000 il Ministero dell’Istruzione riprende esplicitamente questo concetto di priorità, preferendo addirittura docenti parzialmente specializzati a quelli privi di ogni specifica formazione, lasciando intendere che docenti con un minimo di competenze vanno ricercati, da parte dei dirigenti scolastici, ovunque è possibile.

Se poi Lei dott.ssa Montuori, mi chiede un parere o la destinazione dei colleghi inseriti nelle graduatorie d’istituto, oppure di coloro che hanno prestato servizio su posti di sostegno senza il prescritto titolo, le rispondo che hanno un diritto acquisito e che i primi vanno abilitati attraverso un percorso specifico in coda al nuovo sistema di reclutamento, dando loro la possibilità di inserirsi nelle GaE, mentre ai secondi di poter conseguire il titolo di specializzazione per le attività di sostegno attraverso un percorso bandito dalle Università, biennale e di 1200 ore. Questa è altra cosa storia….. .

Fare polemica non è mia abitudine, come detto in precedenza, chiudo qui questa parentesi perché ritengo che le nostre risorse debbano essere orientate verso interessi più diffusi, i personalismi non ci portano da nessuna parte, non possiamo pretendere una normativa per ogni nostra esigenza, non ricadiamo nell’errore in cui altri ci vorrebbero indurre. Vi chiedo scusa e vi ringrazio per la pazienza e l’ospitalità che non fate mancare a nessuno.

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