Snadir. Venerdì 29 nov. presidio al Miur per tutelare gli insegnanti precari di religione

Di Lalla
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Snadir – Lo Snadir, Sindacato Nazionale Insegnanti di Religione indice per il prossimo venerdì 29 novembre, dalle ore 10.00 alle ore 13.30 un Sit In davanti al Miur per riportare ancora una volta l’attenzione al problema del precariato degli insegnanti di religione.

Snadir – Lo Snadir, Sindacato Nazionale Insegnanti di Religione indice per il prossimo venerdì 29 novembre, dalle ore 10.00 alle ore 13.30 un Sit In davanti al Miur per riportare ancora una volta l’attenzione al problema del precariato degli insegnanti di religione.

Il Sindacato manifesterà per la mancata attuazione dell’ordine del giorno firmato dall’On. Alessandra Moretti, dall’On. Giuseppe Fioroni e dall’On. Eleonora Cimbro, in cui viene chiesto al Governo di valutare l’opportunità di bandire un nuovo concorso con i requisiti legati al triennio di insegnamento della religione e ad inserire in un prossimo provvedimento la proroga di validità della precedente graduatoria fino al periodo di validità del nuovo concorso (odg del 9/1682-A/25 a firma degli onorevoli Moretti, Fioroni, Cimbro).

Un Sit In per dire basta alle distinzioni e discriminazioni a danno di ben 3.567 precari di religione a cui si sta precludendo la stabilizzazione. Dunque risulta urgente più che mai la proroga di validità della graduatoria del concorso del 2004 e l’espletamento di un nuovo concorso.

“Il 24 ottobre il Governo ha accolto l’ordine del giorno 9/1682-A/25 a firma degli onorevoli Moretti, Fioroni, Cimbro che lo impegna ad inserire in un prossimo provvedimento la proroga di validità della graduatoria del concorso del 2004 fino all’espletamento del nuovo concorso – dichiara in una nota il segretario generale dello Snadir, Orazio Ruscica – un provvedimento che potrebbe risolvere il tema del precariato e potrebbe in tal modo offrire una risposta positiva alle legittime aspettative di tutti
quegli insegnanti di religione che, pur idonei in un pubblico concorso, attendono da anni l’assunzione a tempo indeterminato”.

“Non attuando quanto sopra, ancora una volta il Governo penalizzerebbe i docenti precari di religione, che, giova ribadirlo, sono – come gli altri docenti – lavoratori della scuola – conclude Ruscica – alla quale garantiscono un incisivo contributo culturale inquadrato in una prospettiva di giustizia e di pace”.

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