SISA, memoria, lotta e sciopero

Di Lalla
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SISA – Dopo aver ricordato il 75° della morte di Antonio Gramsci, onorandolo ad Ustica, dove nel 1927 con Bordiga e altri esuli politici e prigionieri libici ha dato vita alla prima scuola dell’isola, ed essere saliti a Portella della Ginestra, dove la bandiera del SISA ha sventolato in memoria della prima strage di stato, risultato dell’alleanza tra una parte rilevante della Democrazia Cristiana, la mafia e i poteri economici, il nostro sindacato riprende la lotta, scioperando il 9, 10, 16 maggio e manifestando il 9 e 10 a Berlino, perché la solidarietà internazionale resta una pratica concreta e fondamentale del SISA.

SISA – Dopo aver ricordato il 75° della morte di Antonio Gramsci, onorandolo ad Ustica, dove nel 1927 con Bordiga e altri esuli politici e prigionieri libici ha dato vita alla prima scuola dell’isola, ed essere saliti a Portella della Ginestra, dove la bandiera del SISA ha sventolato in memoria della prima strage di stato, risultato dell’alleanza tra una parte rilevante della Democrazia Cristiana, la mafia e i poteri economici, il nostro sindacato riprende la lotta, scioperando il 9, 10, 16 maggio e manifestando il 9 e 10 a Berlino, perché la solidarietà internazionale resta una pratica concreta e fondamentale del SISA.

Scioperiamo contro le buffonesche e recessive politiche antisociali del governo Monti, che ha chiamato Bondi, esecutore fallimentare di Montedison e Parmalat, ad essere il becchinesco distruttore dello stato sociale italiano, applicando non agli sprechi, alle armi e all’esercito i nuovi tagli di oltre quattro miliardi, ma, come prevedibile, ancora una volta accanendosi contro la scuola e la sanità pubblica.

Lo sciopero vuole riaffermare la centralità della scuola, il rifiuto delle prove Invalsi, che credono giusto fare parti eguali tra diseguali, come denunciava anni fa don Milani e come ancora oggi è, perché uno studente di una periferia urbana non ha livelli di apprendimento paragonabili a quelli di uno che vive fortunatamente in una casa con molti libri nel centro cittadino, ma questo, è ovvio, i burocrati non lo sanno.

Il SISA rifiuta i tagli, l’ammassamento pollaiuolo degli studenti nelle classi, le mancate assunzioni in ruolo per il prossimo anno scolastico, la cassa integrazione per gli insegnanti tecnico-pratici, il rilancio vergognoso del bidone ESPERO, il fondo che ti frega ventimila euro della liquidazione per darti 50 euro al mese, che manco se campi 85 anni riesci a recuperare la metà del furto, per altro investito in idioti fondi speculativi e in costante perdita, nonostante strombazzanti proclami contrari.

Da tutto questo gli studenti, i docenti, i lavoratori della scuola, i cittadini italiani ed europei aderenti al nostro sindacato sono consapevoli e sanno che il SISA nella lotta c’è e ci sarà.

Davide Rossi
Segretario generale

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