Sindrome da ADHD: diagnosi ancora troppo lente, ma indispensabili per il presente e il futuro degli studenti che ne sono affetti

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Giulia Boffa – Gli studenti affetti da ADHD, deficit di attenzione iperattività, richiedono un impegno particolare da parte di tutti: docenti, genitori e terapisti. 

Giulia Boffa – Gli studenti affetti da ADHD, deficit di attenzione iperattività, richiedono un impegno particolare da parte di tutti: docenti, genitori e terapisti. 

 La regione Lombardia ha attivato un progetto che mette in rete servizi di neuropsichiatria infantile, che punta a diagnosticare più dei 3.000 casi su 75.000 potenziali, una diagnosi che aiuterebbe sia per evitare insuccessi scolastici, ma anche per prevenire  alcolismo o tossicodipendenza che si trascinano nell’età adulta. Senza dimenticare la necessità di tutela degli insegnanti e della classe. 
 
Il progetto è stato presentato nel corso di un incontro su ADHD e percorsi diagnostico-terapeutici condivisi moderato a Milano da Walter Gatti, direttore di About Pharma, in collaborazione con Shire, cui hanno partecipato tra gli altri Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di Psichiatria, Alberto Ottolini, direttore della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al Fatebenefratelli di Milano, Massimo Molteni, direttore sanitario dell’Istituto Eugenio Medea, Vittorio Lodolo D’Oria, esperto di stress correlato al lavoro e Lucia Cento, pedagogista collaboratrice di Aifa, l’Associazione delle famiglie. L’ADHD è un disturbo neurobiologico caratterizzato da disattenzione, impulsività, iperattività motoria.
 
Nel corso dell’incontro si è discusso della terapie e della mancanza di marker biologici diagnostici, nonché di un’istituzione del registro nazionale per monitorare la corretta prassi dei trattamenti farmacologici.
 

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