Si salvi chi può in una Scuola che può sempre di meno. Lettera

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Inviato da Francesco Polopoli – Mi chiedo, alla luce dell’attuale situazione scolastica, se qualcuno non senta il peso di una Scuola dove l’insostenibile peso di lavoro non fa che esaurire tutti i buoni propositi del mondo.

Un docente non è ricaricabile alla pari delle batterie, ficchiamocelo in testa: c’è un freno a tutto, anche in fisica vige il principio di elasticità! Ci sono situazioni al limite, basta guardarsi un po’ in giro, per rendersene conto: chi presta servizio lo fa fino ad orari estenuanti, pur di chiudere i battenti di impegni improcrastinabili. La soglia di casa, poi, non è, assolutamente, una pausa dal lavoro; anzi, un suo prolungamento tra verifiche e lezioni da programmare, per non dire dei solleciti telefonici h 24, cui ognuno risponde della propria pazienza.

A me tutto ciò sembra assurdo, anche perché il pendolo di Foucault occupa sempre più il tempo degli adulti e meno un serio progetto per gli studenti. Ci stiamo rendendo conto che i ragazzi sanno scrivere sempre meno o no? Spesso gli editori di testate giornalistiche, per fare un esempio, chiedono notizie semplificate pur di farle arrivare il più possibile a tutti: al di là del taglio di scrittura il punto è che in molti sono ad evidenziare problemi di comprensione.

La scuola deve necessariamente salvarsi per risollevare le sorti del futuro del Paese: schiavi di carte mentre fuori c’è chi non capisce realmente un’acca. Si salvi chi può, allora!

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