Alternanza scuola lavoro, Sgambato (PD): stesse ore ma più finanziamenti, ad es. gettone per tutor aziendale

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Camilla Sgambato, responsabile nazionale scuola PD: Il dibattito circa l’alternanza scuola lavoro che sta occupando oggi la maggioranza, deve essere condotto in maniera serena e obiettiva, evidenziando le criticità del percorso, ma mettendone al contempo in luce gli innumerevoli aspetti positivi.

“Per dare attuazione alle indicazioni europee dettate dalla strategia Europa 2020 per la diffusione di forme di apprendimento basato sul lavoro di alta qualità, la legge 107 ha introdotto negli istituti tecnici e professionali il vincolo delle 400 ore e di 200 ore nei percorsi liceali. In questo tipo di
scuola, al di là di poche istituzioni scolastiche che hanno sviluppato percorsi di grande qualità, la norma però ha provocato delle difficoltà, dovute anche alla errata convinzione, che gli studenti di tali percorsi non abbiano interesse, nell’immediato, a forme di orientamento al lavoro, ma
piuttosto a percorsi di orientamento universitario.

Queste scuole hanno organizzato i percorsi verso esperienze diverse da quelle aziendali, come quelle nel terzo settore, nelle istituzioni, nella PA, con ciò permettendo di sviluppare competenze di cittadinanza. Inoltre, abbiamo verificato negli anni che le buone pratiche sono provenienti in
maggior parte da scuole collocate in territori connotati da un forte tessuto imprenditoriale, che non hanno trovato grandi difficoltà a stringere legami con il mondo del lavoro e, quindi, ad attivare percorsi di qualità, alcuni dei quali sono stati pubblicati sul sito MIUR dedicato all’ASL.

Il punto cruciale è che, invece, in aziende di minori dimensioni, di cui è ricco il nostro Paese, si sono create purtroppo situazioni di criticità, dovute sia alla seria difficoltà di poter ospitare studenti in ambienti con pochi dipendenti, sia alla mancanza di fondi per il rimborso delle spese
sopportate in termini di costi e tempo dedicato alla formazione dei giovani.

Vi sono stati casi, pochi in verità, in cui le esperienze hanno condotto gli studenti in ambienti non consoni, a svolgere, in contrasto con la normativa vigente, compiti non adatti alle esigenze degli studenti. Ed allora abbiamo il dovere di venire incontro alle scuole in affanno e alle piccole imprese.

Lasciamo il numero di ore (minime obbligatorie, ferma restando l’autonomia delle scuole di prevederne di più) per lo svolgimento dei percorsi a 90 ore per i licei, a 150 ore per gli istituti tecnici e a 210 ore per gli istituti professionali, senza però, come invece aveva fatto la legge precedente, ridurre le risorse a disposizione delle scuole, per coprire così il più possibile i costi per l’organizzazione dei percorsi e garantirne la qualità, riconoscendo tra le spese ammissibili un gettone ai tutor aziendali.

La riduzione del monte ore permette inoltre alle scuole di progettare la durata dei percorsi anche in un’ottica pluriennale, se gli Organi Collegiali ne dovessero riscontrare la necessità, in coerenza con il PTOF.

È opportuno venire incontro alle scuole che hanno trovato maggiori difficoltà nella realizzazione dei percorsi di PTCO e costruire i percorsi (come ben indicano le linee guida di settembre) verso le competenze trasversali e nell’ottica dell’orientamento, prima ancora che di studio e di lavoro, del long life learning” ha dichiarato Camilla Sgambato.

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