“Se sbagli sei fuori” è la campagna degli studenti delle superiori contro i test Invalsi

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Il test Invalsi agli studenti delle scuole superiori proprio non va giù. Alla vigilia dell’avvio delle prove, in calendario dal 7 al 19 maggio, gli studenti lanciano una campagna dal motto “Se sbagli sei fuori”.

Quest’anno, infatti, le prove saranno computer based (proprio come avvenuto nelle scuole medie) e non saranno in contemporanea in tutti gli istituti.

Come riferisce Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, parlando con l’agenzia Ansa, “Se il MIUR elogia l’innovazione di queste novità, gli studenti subiscono la repressione che questo meccanismo innesca”.

I ragazzi non ci stanno a compilare le prove a testa bassa e si battono per cancellare l’Invalsi. Secondo loro, il sistema delle crocette porta a una valutazione parziale e dannosa, basata fondamentalmente sul nozionismo.

Nei giorni scorsi anche gli americani avevano espresso critiche negative al loro sistema Invalsi con motivazioni analoghe.

Non è la prima volta che gli studenti delle scuole secondarie di secondo livello fanno sentire la loro voce contro questo metodo di valutazione scolastica. “Negli scorsi anni – ricorda Picci – il boicottaggio di massa dei test a crocette ha lanciato uno scomodo segnale al Ministero dell’Istruzione” e sottolinea che si tratta di “una valutazione prepotente del merito che mira ad escludere chi rimane indietro e a premiare chi si trova già in una posizione privilegiata, promuovendo l’impostazione neoliberale del “mercato” della formazione, dove non si promuove la cooperazione ma si alimenta la competitività.”

Secondo l’Unione degli Studenti, infine, “l’obbligatorietà dei test Invalsi insieme alla Riforma dell’Esame di Stato 2019 sono l’ultimo duro colpo della 107 per seppellire il ruolo pedagogico e formativo della scuola e noi non staremo a guardare”.

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