Scuole sede di seggio, Comune di Bergamo: difficoltà legate ai nuovi arredi. Ripensare utilizzo edifici

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Comunicato Comune di Bergamo – Signor Ministro, possiamo ripensare l’utilizzo degli edifici scolastici per le giornate elettorali?”

Lo chiede Loredana Poli, assessore all’istruzione del Comune di Bergamo, al ministro dell’Istruzione in una lettera che proprio oggi è stata inviata da Palazzo Frizzoni. Una riflessione su come cambiano gli spazi scolastici e quanto sia sempre più difficile rispondere alle esigenze dei seggi elettorali in alcuni istituti.

“È ormai tradizione – scrive Poli nella sua lettera – che le scuole vengano utilizzate come sedi di seggio per le consultazioni elettorali.

Generalmente, nelle città solo una parte degli edifici scolastici viene utilizzata come sede di seggio sulla base della distribuzione geografica, per garantire a tutti i cittadini e le cittadine con diritto di voto la possibilità di andare a votare senza dover affrontare lunghi spostamenti. Insomma, gli edifici scolastici presentano un buon grado di accessibilità e di raggiungibilità.

Fin qui abbiamo descritto i vantaggi per la cittadinanza, ma sulle scuole e sui comuni quali difficoltà e oneri ricadono? Si possono avanzare ragionamenti diversi, soprattutto in considerazione dei cambiamenti che gli ambienti scolastici italiani hanno potuto mettere in atto in particolare negli ultimi 10 anni?

L’interruzione del calendario scolastico in occasione delle giornate elettorali, generalmente collocate verso la conclusione dell’anno scolastico, è sempre stata affrontata dalle scuole con qualche resistenza e con molte difficoltà organizzative (tempo scuola, impiego del personale dipendente…). Ma ora a questo si aggiungono sistematicamente problematiche che coinvolgono ancor più da vicino insegnanti ed alunni. Infatti, ormai le aule sono corredate di attrezzature fisse e mobili digitali e multimediali, oppure ci sono arredi e materiali complicati da spostare e poi ricollocare (per esempio, quelli delle sezioni montessoriane che si stanno diffondendo anche nelle scuole statali).

Dunque, è ormai tempo di considerare in modo diverso gli spazi delle classi. Con opportune norme o indicazioni prefettizie, non sarebbe possibile salvaguardare le classi ed evitare di interrompere le lezioni? Si potrebbe disciplinare l’utilizzo delle sole palestre allestendo una estesa batteria di cabine e diversi tavoli per la registrazione, corrispondenti alle sezioni elettorali. Le palestre hanno quasi ovunque accessi dedicati che potrebbero svincolare gli altri spazi scolastici dalle interferenze con le attività elettorali. Dal punto di vista logistico, i Comuni dovrebbero preoccuparsi di: proteggere il pavimento sportivo, montare le cabine e fornire tavoli e sedie; smontare e pulire. Anche il controllo della sola palestra, anziché di più aule, potrebbe impegnare un minor numero di uomini e donne delle forze dell’ordine.

Quindi, per concludere, chiedo che si approfondisca la necessità di continuare ad utilizzare le scuole come poli civici per le giornate elettorali, ma con nuove modalità organizzative che siano più rispettose della scuola di oggi, meno complicate per i Comuni, meno onerose per lo Stato.”

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