Scuole paritarie a rischio estinzione. AGeSC: appello per la libertà di educazione

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Roberto Gontero AGeSC Presidente Nazionale – L’Associazione genitori scuole cattoliche, nel corso del suo Consiglio nazionale svoltosi a Verona, ha esaminato la situazione attuale della scuola paritaria in Italia:

i dati, ricavati dai rapporti ministeriali ad inizio di anno scolastico dell’ultimo quinquennio, dicono che la popolazione scolastica del sistema paritario è diminuita di oltre 130mila studenti, pari a circa il 13% del numero iniziale, e che negli stessi anni, fra il 2012 e il 2017, hanno chiuso 881 scuole paritarie, pari al 6,4% del totale. Questi numeri raccontano la drammatica crisi che ha investito il settore e dicono anche, visto che la percentuale di studenti persi è doppia rispetto a quella delle scuole chiuse, che il problema continua a crescere: le scuole che resistono infatti hanno in media meno studenti rispetto agli anni precedenti e rischiano quindi di affrontare a breve termine difficoltà economiche insuperabili.

Se i piccoli passi in avanti compiuti dagli ultimi due Governi nel sostegno alle scuole paritarie sono innegabili – leggeri aumenti dei fondi per le scuole dell’infanzia e per la disabilità, introduzione di ridotte detrazioni fiscali, allargamento alle paritarie dei fondi per l’alternanza scuola-lavoro e dell’utilizzo dello school-bonus oltre alla recente richiesta all’Europa di utilizzo dei bandi PON –, altrettanto innegabile è il fatto che nella situazione attuale si tratta di miglioramenti inadeguati ad affrontare la situazione.

E’ necessario che i politici e i governanti, che spesso si sottraggono ad un confronto serio sul tema soprattutto con i genitori che sono i cittadini i cui diritti vengono calpestati, prendano coscienza della situazione e intervengano in modo adeguato all’entità del problema, altrimenti il diritto di scelta educativa della scuola da parte delle famiglie, finora scarsamente riconosciuto e sostenuto in Italia, rischia di scomparire definitivamente. In pochissimi anni diventerà impossibile trovare un numero di scuole non statali sufficiente a soddisfare le  richieste dei genitori e aprire poi nuove scuole – nel caso in cui si ottenesse quella parità scolastica sempre promessa e mai realizzata – richiederà investimenti non sostenibili.

Se non si farà nulla per risolvere il problema, l’Italia sarà la prima democrazia al mondo che ottiene il risultato perseguito da tutte le dittature della storia: chiudere le scuole libere e raggiungere l’assoluto monopolio  statale nel campo dell’istruzione e dell’educazione delle giovani generazioni.

Rimane poco tempo prima che ciò accada, ma si può ancora mantenere il pluralismo scolastico nel nostro Paese se subito si attueranno – anche con una certa gradualità che però non può superare i 3-4 anni – misure che tengano conto dei costi reali dell’istruzione per ogni studente ed in base ad essi finanzino le famiglie o le scuole paritarie.

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