Scuole paritarie, Alfieri: serve costo standard, famiglie potrebbero scegliere. Docenti devono essere abilitati [INTERVISTA]

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Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa: questo è il titolo del convegno organizzato in collaborazione con Usmi e Cism a due anni dalla pubblicazione dell’ omonimo documento da parte del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica.

E’ parso opportuno infatti richiamare l’attenzione e fare sintesi sul tema cruciale della libertà di scelta educativa della famiglia in un pluralismo di istituzioni formative.

Tra i relatori la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il presidente della CEI, cardinale Gualtiero Bassetti.

Tutti gli interventi hanno sottolineato che:

1) Il diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia, riconosciuto dalla legge 62 del 2000, non ha ancora trovato un’attuazione nei fatti;
2) Il pluralismo formativo, rappresentato dalle istituzione scolastiche pubbliche paritarie, è _conditio sine qua non_ della libertà di scelta educativa. Tale pluralismo potrebbe generare una sana competizione tra le scuole, atta al miglioramento dell’offerta scolastica italiana
3) La forza carismatica delle scuole pubbliche paritarie cattoliche appare così elemento di grande importanza dal punto di vista formativo nella società odierna, che sembra mirare solo a curare la dimensione tecnica e non l’unità della persona umana.
4) La buona gestione della scuola cattolica è l’elemento che può non solo garantire la qualità dell’offerta formativa e la formazione del personale docente, anche a vantaggio della scuola statale
5) E’ necessario superare una certa frammentazione nell’azione delle associazioni, elemento che ha contribuito al mancato raggiungimento della piena libertà di scelta educativa in un pluralismo formativo
6) Ad oggi sia le scuole dell’infanzia sia la formazione professionale godono del contributo essenziale di Istituzioni pubbliche paritarie cattoliche che colmano un vuoto lasciato dall’offerta statale
7) Solo una politica sgombra da preconcetti ideologici potrebbe portare la scuola italiana ai livelli europei, così come segnalato dagli ultimi dati Ocse Pisa.

In conclusione, l’assemblea auspica ulteriori momenti di riflessione condivisa per approfondire tematiche così vitali per il bene del nostro Paese.

Suor Anna Monia precede le conclusioni facendo sintesi sulla necessità, da parte delle scuole, di assumersi le proprie responsabilità. In passato i fondatori hanno individuato dei bisogni per cambiare la società. Oggi le congregazioni sono chiamate a portare avanti, nel contesto attuale, quanto i fondatori hanno pensato. Questo comporta sacrifici enormi, dai mutui alla verifiche sull’Imu, pur di rimanere fedeli allo spirito di fondazione. Infatti non possiamo accontentarci di accettare il ricco, discriminando il povero. Se le scuole, nel contesto attuale di mancato riconoscimento del diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia continuano a chiudere, ciò implica conseguentemente il venir meno di un reale pluralismo educativo. La libertà di scelta della famiglia, la dignità del disabile, la libertà d’insegnamento sono valori non negoziabili. La via che conduce a questi riconoscimenti è la definizione del costo standard di sostenibilità, proposta che ha trovato accoglienza trasversale da parte dei politici e dei ministri della Pubblica Istruzione che negli anni si sono succeduti: dall’onorevole Gelmini, a Giannini, fino ad arrivare alla ministra Fedeli che volle aprire il tavolo sul costo standard dando la possibilità a tutte le associazioni e le componenti sindacali di prendervi parte.

Intervista di Elisabetta Tonni

Intervento della presidente Maria Elisabetta Casellati

Intervento del cardinale Bassetti

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